Durante gli anni in cui il Pitigliani Kolno’a Festival si è consolidato come appuntamento culturale importante per la città, abbiamo sempre pensato che una delle sfide più importanti fosse quella di rendere il festival un punto d’incontro per le professionalità del cinema da Israele e dall’Italia, un laboratorio, uno spazio in cui oltre a vedere i film si fa cinema. Quest’anno nasce così il PKF Professional Lab, la grande novità del nostro festival. Un laboratorio di idee e di future collaborazioni tra le professioni del cinema italiano e israeliano che diventerà una realtà permanente del PKF. Realizzeremo tre eventi con prestigiosi ospiti, dedicati all’animazione al documentario e alla sceneggiatura. Come ogni anno vi proponiamo il meglio dell’ultima produzione cinematografica nella sezione Sguardo sul nuovo cinema israeliano, con anteprime italiane, tra cui Ajami di Scandar Copti e Yaron Shani, considerata una tra le opere più importanti e originali della cinematografia d’Israele. Ci interrogheremo sul rapporto tra cinema e letteratura, attraverso quattro pellicole tratte da libri di celebri scrittori israeliani e una breve conferenza sull’argomento, mentre per Percorsi ebraici vi presenteremo alcuni profili di donne straordinarie che hanno fatto la Storia. Una sezione tematica dedicata alla Jewish Animation, perché anche l’animazione è protagonista del PKF2011:infatti, per il consueto omaggio alla scuola di cinema, avremo un’ospite d’onore… la Bezalel Academy of Art and Design, di cui vedrete due programmi di straordinari corti d’ animazione. Un laboratorio e grande cinema, dunque, ma anche personaggi provenienti da Israele, Stati Uniti e Italia che si daranno appuntamento con voi al PKF per accompagnare le loro opere, parlare di cinema e di nuovi progetti.
Dan Muggia. Con una laurea alla Beit-Zvi Drama School, e un master in cinema alla N.Y.U. ( e diplomato alla Mandel School for Educational Leadership), Dan è stato un attore, ed oggi critico cinematografico, insegnante e curatore. Fino al 2004 ha lavorato alla Israel Film Service e dopo ha pubblicato il suo primo libro: 100 Film Masterpieces. Ha prodotto il documentario “Naomi’s Corset” di Gerard Allon’s, che ha riscosso successo in vari festival (tra cui il Jerusalem Film Festival). E’ stato managing producer del South Film Festival 2005 di Sderot, e membro della giuria al Docaviv International competition, al Jewish Experience competition del Jerusalem film Festival. Oggi Dan insegna cinema in Israele, al Sapir College e alla Beit Berl Art School.
Ariela Piattelli è nata a Roma, dove ha studiato al DAMS di RomaTre e si è laureata in Storia e critica del cinema. Oggi è giornalista e collabora con « Il Corriere della Sera ». In passato ha collaborato per alcune testate, tra cui « Il Giornale », l’agenzia Apcom (al desk di New York ) e la rivista di cultura ebraica « Shalom » di cui è ancora redattrice. Nel corso degli anni ha approfondito gli studi sul rapporto tra arti figurative ed ebraismo, e nei suoi numerosi viaggi in Israele è venuta a contatto con il cinema israeliano. Dal 1998 è consulente dell’Ambasciata d’Israele in Italia per iniziative culturali e festival cinematografici. E’ stata membro della giuria al Jerusalem Film Festival 2008 (per la sezione “Jewish Experience”) ed è curatrice insieme a Raffaella Spizzichino e Shulim Vogelmann, del Festival Internazionale di Letteratura Ebraica. Nell’ultimo anno ha prodotto alcuni eventi culturali tra Italia e Israele, tra cui il concerto di Idan Raichel Project a Roma (Piazza del Campidoglio, in collaborazione con Zètema) e l’anteprima italiana di “Seven Days” di Ronit e Shlomi Elkabetz, nell’ambito del Festival Internazionale del Film di Roma.
2 NIGHT – 2 Balalya (2 di notte)
Tel Aviv. In una città dove tutto è possibile, un ragazzo e una ragazza, che si incontrano in un bar per single, cercano l’impossibile: il parcheggio in una delle zone centrali e residenziali della città. I due che vogliono passare la notte insieme a casa di lei, continuano a girare per ore, tra le strane figure di uomini e donne che popolano la Tel Aviv notturna, confrontandosi in lunghe conversazioni che svelano i sentimenti e le paure. Un viaggio, lungo una notte, alla ricerca di un posto per la macchina e molto di più.
Girato alla fine del 2009, 2 Night è il primo lungometraggio di Roi Werner. Il film è una produzione indipendente, è stato realizzato dai creatori con un budget minimo, dimostrando che al cinema si può creare la magia ed emozionare senza effetti speciali. Un film sincero nella sua straordinaria semplicità, che fotografa la generazione dei trentenni e più in una grande città; una generazione mai soddisfatta, sempre alla ricerca di qualcosa, che sia un parcheggio, un po’ di compagnia o l’amore. Keren Berger ha vinto il Premio di Migliore Attrice al Festival di Odessa 2011.
Anno: 2011
Nazione: Israele
Genere: Lungometraggio
Durata: 83
Lingua: Ebraico
Regia: Roi Werner
Sceneggiatura: Roi Werner, Yaron Brovinsky
Montaggio: Yoni Man
Fotografia: Haim Asias
Musica: Ohad Tzachar
Cast: Yaron Brovinsky, Keren Berger, Omer Barnea, Keren Mor, Dvir Bandek, Ido Rosnblom, Omer Gerson, Ruben Arga
Produzione: Roi Werner, Firma Production
2 NIGHT – 2 Balalya (2 di notte)
Ad Ajami, un quartiere di Yaffo dove la povertà, le violenze e le rapine sono all’ordine del giorno, abitano sopratutto arabi (musulmani, cristiani) e pochi ebrei. Cinque storie (sono “non actors” che abitano nel quartiere a recitare) si intrecciano in una narrazione non cronologica piena di sorprese e fatalità. Nesri, un adolescente di tredici anni, e suo fratello maggiore Omar vivono nella paura perché un loro zio ha ferito il membro di un importante clan. Malek è un giovane profugo palestinese che lavora illegalmente in Israele pur di reperire i soldi necessari per l’operazione che consentirebbe di salvare la vita della madre, mentre Binj, un giovane palestinese, sogna un futuro brillante con la sua fidanzata ebrea. Dando, un poliziotto ebreo, vuole a tutti i costi vendicare la morte di suo fratello. Infine c’è di nuovo Omar che corteggia Hadir pur essendo musulmano e lei cristiana.
Esordio della coppia di registi, composta dal palestinese Scandar Copti (che vive ad Ajami) e dall’israeliano Yaron Shani, il film rappresenta una delle espressioni più alte del cinema israeliano contemporaneo. Una pellicola che osserva con stile realistico (la fotografia di Boaz Yaakov è fondamentale nella costruzione di questo aspetto del film) la condizione di una “gioventù bruciata” dalla povertà, dai conflitti sociali ed etnici (in Italia il film è stato paragonato dalla critica a Gomorra di Matteo Garrone). Ajami ha vinto cinque statuette al Premio “Ophir” dell’Accademia Israeliana, il Grande Premio al Festival di Gerusalemme e poi la nomination (miglior film in lingua straniera) agli Oscar.
Anno: 2009
Nazione: Israele / Germania
Genere: Lungometraggio
Durata: 124
Lingua: Ebraico – Arabo
Regia: Scandar Copti, Yaron Shani
Sceneggiatura: Scandar Copti, Yaron Shani
Montaggio: Scandar Copti, Yaron Shani
Fotografia: Boaz Yehonatan Yaacov
Musica: Rabiah Buchari
Cast: Fouad Habash, Nisrine Rihan, Elias Saba, Youssef Sahwani
Produzione: Moshe Danon, Thanassis Karathanos, Talia Kleinhendler
Blood Relation – Kirvat Dam (Consanguineo)
“A 14 Anni la sorella di mia nonna e scomparsa dalla sua casa (scappata? Rapita?) di Yavniel, un villaggio che guarda il mare di Tiberiade nel nord della Palestina. Anni dopo iniziò a mandare lettere alla famiglia pregando disperatamente di riprendere i contatti. Le lettere le ha scritte e spedite da casa sua in un campo di rifugiati palestinesi dove lei viveva come donna araba.
Ho scoperto queste lettere dopo la morte di mia nonna e son partita in un viaggio emozionante per scoprire il mio passato e far conoscere la storia della mia famiglia tagliata in due.”
Noa Ben Hagai
Il film ha partecipato a numerosi festival internazionali, vincendo, fra gli altri, il Premio per il Migliore documentario al Festival Mediterraneo Internazionale di Montpellier (2010), il Premio per il Miglior documentario al Festival Internazionale delle Donne d’Israele e il Secondo Premio per il Miglior documentario al DocAviv FF.
Anno: 2009
Nazione: Israele
Genere: Documentario
Durata: 75
Lingua: Ebraico
Regia: Noa Ben Hagai
Montaggio: Erez Laufer
Fotografia: Rani Einav
Musica: Florencia Di Concilio
Produzione: Edna Kowarsky, Elinor Kowarsky – Eden Productions
Mabul – Mabul (Diluvio)
Mabul racconta la storia della famiglia Rosko, i cui membri lottano per mantenere un’apparenza di normalità, nascondendo gli uni agli altri i loro piccoli e grandi segreti. Miri insegna in un asilo nido e ha una relazione con il padre di una bambina; suo marito Gidi non vuole far sapere ai suoi che ha perso l’impiego di pilota di piccoli aerei e trascorre le sue giornate a bere e fumare. Yoni, il figlio più piccolo, si prepara per il suo Bar Mitzvah, mentre vende di nascosto ai bulli della scuola i compiti fatti. L’equilibrio, già fragile, della famiglia, viene spezzato definitivamente quando Tomer, il figlio maggiore autistico ricoverato in un istituto che chiude per problemi finanziari, torna a casa. Mentre cresce la pressione sulla famiglia emergono i problemi del passato, e il capitolo della Torah che Yoni deve studiare per il Bar Mitzvah – la storia di Noè e il Diluvio – arriva ad assumere molteplici significati…
Mabul è un film drammatico sulle problematiche sociali, rese con grande sensibilità dal regista Guy Nattiv (la sua opera prima, Strangers, è stata presentata al PKF) che ha riscosso un notevole successo ai festival internazionali. La pellicola, che ha vinto il primo premio nel 2010 al Festival di Haifa, si avvale di un cast straordinario, tra cui veterani come Ronit Elkabetz e Tzahi Grad, e di giovani talenti come Michael Moshonov (il protagonista di Lebanon già presentato al PKF), che interpreta il ruolo del ragazzo autistico e il giovanissimo Yoav Rotman nella parte di Yoni.
Anno: 2010
Nazione: Israele / Canada / Francia / Germania
Genere: Lungometraggio
Durata: 97
Lingua: Ebraico
Regia: Guy Nattiv
Sceneggiatura: Guy Nattiv, Noa Berman-Herzberg
Montaggio: Tali Helter-Shenkar
Fotografia: Philippe Lavalette
Musica: Patrick Watson
Cast: Yoav Rotman, Michael Moshonov, Ronit Elkabetz, Tzahi Grad
Produzione: Hilik Micheli, Tami Leon, Avraham Pirchi – UCM
The Hangman – Hatalyan (Il boia)
Nella prigione di Ramla, Shalom Nagar ha fatto la guardia personale per sei lunghi mesi ad Adolf Eichmann, il criminale nazista che fu processato nel 1960 e giustiziato in Israele. Dopo il processo fu proprio Nagar a “spingere il bottone” della forca di Eichmann. Era stato “scelto” perché era yemenita, quindi “meno coinvolto”: non aveva subìto direttamente l’orrore della Shoah come gli ebrei dell’Europa. Shalom si è tenuto questo segreto per quarant’anni, dopo quell’evento la sua vita è cambiata totalmente: oggi fa lo “shochet“ (macella gli animali secondo le regole dell’ebraismo), ha cercato la tranquillità con sua moglie, ogni giorno va a trovare il figlio in ospedale. E’ rimasto una persona semplice e umana che si è riscattata nella fede e anche nel senso dell’umorismo. L’uomo è stato involontario testimone di eventi importanti della storia contemporanea d’Israele, e li racconta senza evitare i giudizi come chi ha fatto i conti con la propria coscienza.
La giovane regista Natalie Braun ha seguito con la cinepresa Nagar per trenta mesi, compiendo un ritratto di un uomo saggio e risoluto (e non di un “boia”). L’originale metodo della Braun rende il film un grande esempio di linguaggio alto della nuova cinematografia documentaria israeliana, dove il contrasto delle immagini con le parole, la figura umana che si rivela in modo spontaneo, senza essere incalzato da domande, sono gli elementi fondamentali. The Hangman è stato trasmesso dalla televisione israeliana in occasione dei cinquant’anni dal processo e ha vinto il premio per il miglior documentario al Festival di Haifa nel 2010.
Anno: 2010
Nazione: Israele
Genere: Documentario
Durata: 60
Lingua: Ebraico
Regia: Netalie Braun, co-regia Avigail Sperber
Montaggio: Joelle Alexis
Fotografia: Avigail Sperber
Musica: Ophir Labovich
Produzione: Netalie Braun & Avigail Sperber
Teacher Irena – Hamora Irena (La Maestra Irena)
Irena è immigrata dalla Russia come tanti altri intorno a lei. Insegna in una scuola elementare a Gerusalemme, nel quartiere (povero) di Katamonim. La sua vita privata non è semplice, vive in un appartamento squallido, nello stesso quartiere dei suoi allievi ed è madre (single) di un unico figlio.
Il documentario la segue durante un intero anno scolastico. La classe dove insegna Irena è una miscela di bambini provenienti da famiglie israeliane radicate e altri nuovi immigrati dall’Etiopia e dalla Ex Unione Sovietica. Tanti tra loro faticano a leggere e scrivere e c’è anche chi, all’età di otto anni, lavora dopo la scuola. La maestra è ben decisa a salvare il futuro dei suoi ventisei allievi. Crede nella disciplina, ma anche nell’amore e nell’affetto. E’ gentile e assertiva, allegra e determinata. Il film racconta questa “lotta miracolosa” e di come con un atteggiamento positivo rispetto alla vita, in condizioni quasi disperate, si possa ottenere una possibilità di vittoria, anche quando gli altri, intorno, sembrano essersi arresi.
Anno: 2010
Nazione: Israele
Genere: Documentario
Durata: 52
Lingua: Ebraico – Russo
Regia: Itamar Chen
Sceneggiatura: Itamar Chen, Naomi Levari
Montaggio: Arik Lahav Leibovitz
Fotografia: Yossi Aviram
Musica: Ronnie Reshef
Produzione: Saar Yogev e Naomi Levari – Black Sheep Film Production
Wandering Eyes – Gam cheshe’ einai pecuchot (Anche con i miei occhi spalancati)
Gabriel Belhassan, giovane musicista e fondatore del gruppo “Aljir”, soffre di depressione bipolare. La band si scioglie quando Gabriel viene ricoverato in un istituto per malati di mente. Tornato a casa, si mette a lavorare su un nuovo album “Solo”. Ma già l’idea di lasciare la famiglia e andare a Tel Aviv ad incidere il disco, gli provoca una paura insopportabile. La solitudine urbana, le notti insonni, la pressione professionale, lo portano di nuovo a perdere l’equilibrio, così torna la malattia.
Tutto questo è descritto nel diario di Belhassan, e il film cerca di dare immagini e note musicali a questo mondo spezzato. E Gabriel? Lui non si arrende…
Premio Migliore Documentario al DocAviv International Film Festival 2010, Tel-Aviv.
Anno: 2010
Nazione: Israele
Genere: Documentario
Durata: 54
Lingua: Ebraico
Regia: Ofir Trainin
Sceneggiatura: Ofir Trainin
Montaggio: Eyal Tsarfati
Fotografia: Roey Roth
Musica: Gavriel Belhassan
Produzione: Shahar Ben-Hur – Clemantina Films
Il Responsabile delle Risorse Umane – Shlichuto shel hamemune al mash’abei enosh (La spedizione del responsabile delle risorse umane)
Un attentato nel cuore di Gerusalemme. Tra le vittime, una donna senza documenti. Il cadavere resta all’obitorio per una settimana. Chi era Yulia? Cos’era venuta a cercare a Gerusalemme? L’azienda per la quale lavorava, che non si è accorta della sua assenza, viene accusata di «crudele mancanza di umanità» dalla stampa locale. Tocca al responsabile delle risorse umane rimediare al danno d’immagine. Ma la sua missione si trasforma in qualcosa di molto più importante: saper ritrovare dentro di sé le risorse umane più profonde per vincere la durezza del proprio cuore e ricominciare a vivere.
Tratto dall’omonimo romanzo del grande scrittore Abraham B. Yehoshua, Il Responsabile delle Risorse Umane del veterano del cinema israeliano Eran Riklis (ha diretto tra gli altri Il Giardino di Limoni presentato al PKF) racconta la storia di un viaggio improbabile, lungo e inaspettatamente divertente. Un confronto alto tra la scrittura e la macchina da presa, che è valso alla pellicola due riconoscimenti prestigiosi, in Israele e in Svizzera: Miglior Film Israeliano del 2010 al Premio Ophir (la statuetta dell’Accademia Israeliana) e il Premio del Pubblico al Festival di Locarno.
Anno: 2010
Nazione: Israele / Germania / Francia / Romania
Genere: Lungometraggio
Durata: 103
Lingua: Ebraico – Inglese – Rumeno
Regia: Eran Riklis
Sceneggiatura: Noah Stollman
Montaggio: Tova Ascher
Fotografia: Rainer Klausmann
Musica: Cyril Morin
Cast: Mark Ivanir, Guri Alfi, Noah Silver,Rovina Cambos, Julian Negulesco, Bogdan Stanoevitch
Produzione: 2-Team Productions
Intimate Grammar – Hadikduk HaPnimi (La grammatica interiore)
In un quartiere popolare di Gerusalemme, nei primi anni ’60, vive Aharon, un ragazzino amato da tutti. Ma quando i suoi coetanei cominciano a subire le trasformazioni dell’adolescenza, Aharon scopre che il suo corpo ha deciso di smettere di crescere e che attorno a lui sta succedendo qualcosa di indescrivibile. Il film segue tre anni di vita dell’adolescente: il suo corpo si rifiuta di crescere, come fosse chiuso in una gabbia, il giovane forse troverà la salvezza nel mondo delle parole, nella grammatica che popola il suo universo interiore.
Tratto dal romanzo di David Grossman “Il libro della grammatica interiore”, il film è il secondo lungometraggio diretto da Nir Bergman (Broken Wings): il regista, che è stato anche lo sceneggiatore della serie israeliana di successo BeTippul (In Therapy), con Intimate Grammar è salito sul podio del Festival di Gerusalemme nel 2010 per ritirare il Wolgin Award e ha poi concorso nella sezione Generation Kplus al Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2011
Anno: 2010
Nazione: Israele
Genere: Lungometraggio
Durata: 110
Lingua: Ebraico
Regia: Nir Bergman
Sceneggiatura: Nir Bergman
Montaggio: Einat Glaser-Zarhin
Fotografia: Benyamin Nimrod Chiram
Musica: Ondrej Soukup
Cast: Orly Zilbershatz, Yehuda Almagor, Roee Elsberg, Rivka Gur, Yael Sgerski, Evelyn Kaplun, Limor Goldstein, Eden Luttenberg
Produzione: Norma Productions, Libretto Films
Infiltration – Hiitganvut Yehidim (Infiltrazione uno a uno)
Siamo nel 1956, lo stato israeliano e il suo esercito hanno appena otto anni… c’è il plotone n° 3 nella base di addestramento n° 4, in cui tutte le reclute sono affette da disfunzioni fisiche o mentali. Nordafricani, iracheni, sopravvissuti alla Shoah, kibbutzisti, religiosi, ragazzi provenienti da famiglie ricche di Gerusalemme, tutti con problemi psicofisici, che di certo non combatteranno, ma saranno impiegati, cuochi e meccanici. Sarà davvero senza gloria il loro servizio militare. Gli ufficiali provano, con le buone e con le cattive, a far diventare questi “animali” uomini, insegnandogli i valori civili e sociali. Ma i giovani soldati preferiscono badare a se stessi e sopravvivere anche sulle spalle dei loro compagni.
Tratto dall’omonimo romanzo del grande scrittore israeliano Yehoshua Kenaz, il film si mantiene fedele al libro e segue il genio dell’autore nel descrivere i personaggi, così problematici e credibili. Ma il regista Koshashvili si spinge oltre: “toglie” gli slogan militari come “tutti per uno, uno per tutti” (sostituendoli con la legge della giungla) evitando digressioni nostalgiche, riconducendo le problematiche sociali attuali all’Israele del dopoguerra. Infiltration si è aggiudicato il premio per la migliore fotografia alla Accademia Israeliana nel 2010 e il premio per la migliore interpretazione maschile al Festival di Gerusalemme.
Anno: 2011
Nazione: Israele
Genere: Lungometraggio
Durata: 116
Lingua: Ebraico
Regia: Dover Kosashvili
Sceneggiatura: Reuven Hecker, Dover Kosashvili
Montaggio: Yael Perlov
Fotografia: Amnon Salomon
Musica: Josef Bardanashvili
Cast: Guy Adler, Oz Zehavi, Assaf Ben Shimon, Michael Aloni, Liel Denir
Produzione: Marek Rozenbaum, Itai Tamir, Sophie Dulac, Michel Zana, Michael Rozenbaum -Transfax
The Matchmaker – Pa’am Hayiti (Ero una volta…)
Haifa. Estate 1968. Arik ha sedici anni, inizia a lavorare come investigatore dal sensale Yankele Bride, un misterioso amico del padre, entrambi sopravvissuti alla Shoah. Così per Arik si apre un mondo tutto nuovo: dolori, nostalgia, esperienze terribili immerse nel silenzio e l’amore profondo. Conosce Clara, donna bella e fragile, amata da Bride (da lontano). Sylvia, una sopravvissuta agli esperimenti del “Dottor Morte” Mengele, che sogna un futuro d’amore, un Libraio che l’amore folle lo porta a compiere gesti crudeli. Tutti si innamorano di Arik, della sua giovinezza. Proprio durante l’estate Arik s’innamora per la prima volta…..
Avi Nesher, veterano del cinema israeliano e americano, si è ispirato al libro “When Heroes Fly” di Amir Gutfreund per regalarci il sapore dolce e amaro di quegli anni del dopoguerra. Un periodo di “convalescenza” per coloro che sono stati colpiti dalla guerra, o forse l’ultimo momento di innocenza prima che la gente di provincia fosse conquistata dalla rivoluzione culturale degli anni ’60.
Anno: 2010
Nazione: Israele
Genere: Lungometraggio
Durata: 118
Lingua: Ebraico
Regia: Avi Nesher
Sceneggiatura: Avi Nesher
Montaggio: Isaac Sehayek
Fotografia: Michel Abramowicz
Musica: Philippe Sarde
Cast: Adir Miller, Maya Dagan, Tuval Shafir, Dror Keren, Dov Navon
Produzione: David Silber, Chilick Michaeli, Avi Nesher, Moshe Edery, Leon Edery, Avraham Pirchi, Tamar Leon, Natan Caspi
Beton (Cemento armato)
Regia: Michael Faust, Ariel Belinco/ 2006 / Classic animation / Durata: 6.30 min.
La quotidianità di un gruppo dell’esercito è disturbata dalla comparsa di un aquilone nero dietro ad un muro. I soldati, infastiditi dall’aquilone, decidono di risolvere il problema per riconquistare la vista del cielo azzurro.
Tra i numerosi premi: Migliore film studentesco – Festival d’Animazione di Stoccarda, Germania; Migliore regia d’animazione – Aniwow, Beijing; Migliore animazione studentesca al Festival di Haifa; Migliore animazione – International Student Film Festival, Tel-Aviv.
Barvazim (Anatre)
Regia: Uri Kranot / 2002 / Classic animation / Durata: 4.15 min.
Una parabola sui cacciatori e le prede, intrappolati nell’eterna giostra che gira….
Migliore film studentesco – 2004 INTERNATIONALES TRICFILMS Festival Stoccarda, Germania; Migliore film studentesco – 2003 ASIFA Israele.
Derech Eretz (Via della terra)
Regia: Dotan Goldwaser / 2009 / Classic animation /Durata: 3.04 min.
Anni ‘30. Una madre vigila sul sonno della figlia, cantando la famosa ninna nanna scritta dal poeta israeliano Natan Alterman. “Dormi bambina, dormi, tre uomini cavalcano verso di te, due non ce la fanno e il terzo arriva, ma non ricorda il tuo nome. Dormi bambina, dormi…”. Ma questa volta gli uomini a cavallo sono arabi, e madri e figlie ci sono da entrambe le parti.
Celestina
Regia: Ricardo Werdesheim / 2006 / Clay on glass animation / Durata: 4.22 min.
La terra del deserto si spacca improvvisamente. Un bambino è testimone di eventi inspiegabili, conosce il delitto, il dolore, l’ignoranza, la redenzione e la speranza. Un dialogo tragico tra le immagini e le note della canzone “O Amor Daqui De Casa” di Gilberto Gil.
Menzione speciale – 2006 ASIFA Israele; Menzione speciale – 2007 KAFI, Kalamazoo, Stati Uniti; Terzo premio – 2007 Ecocinema – Tel-Aviv.
Onat Hahamutzim (La stagione dei sottaceti)
Regia: Ronen Zhurat / 2006 / 2D animation / Durata: 6.12 min.
E’ estate. Un ragazzo va al mare con gli amici, portando con sé, come sempre, un barattolo di sottaceti, dove sono radicate le sue memorie d’infanzia… Un’autobiografia in chiave comica.
Matan
Regia: Ofeer Hassan, Tomer Gilron / 2007 / 3D animation / Durata: 5.15 min.
Un bambino, una festa di compleanno e l’ansia di un regalo che non tradisca le aspettative del festeggiato. La situazione dà sfogo all’immaginazione del ragazzino, che capisce di essersi preoccupato troppo…
Moon Seek
Regia: Dafna Cohen, Elad Dabush / 2007 / 3D animation / Durata: 3.48 min.
1969. Stati Uniti contro l’Unione Sovietica. Chi toccherà per primo la luna? Il cosmonauta Yuri ci arriva prima dell’americano Armstrong, ma sarà vittima di un piccolo incidente…Premio per “la più ridicola interpretazione di un idea nazionalista” – 2010 Kinoproba, Yekaterinburg, Russia; Terzo premio del pubblico – 2010 Lucca animation, Lucca, Italia.
Afui Leme’hetza (Semicotto)
Regia: Nadan Pines / 2007 / 2D animation / Durata: 1.34 min.
Uno chef ed un cameriere cercano di unire le forze per cambiare l’infelice sorte delle loro anatre al forno.
Premio eccezionale – 2009 International Students Film & Video Festival, Beijing, Cina.
True Love Hotel
Regia: Alon Gaash / 2008 / Classic animation / Durata: 7.00 min.
Un giorno di vita di un uomo solitario, che vive ancora nella casa paterna, circondato dall’alienazione della grande città, dalle vecchie fotografie e dal dolore dei lutti familiari. Migliore animazione e regia – 2008 ASIFA Israele; Premio Choice – 2009 PISAF, Bucheon, Corea del Sud; Migliore corto animazione – 2010 International Student Film Festival, Tel-Aviv.
Hardcover & Paperback
Regia: Uri Alonim, Moshe Servatka / 2008 / 3D animation / Durata: 3.05 min.
Hardcover incontra Paperback, entrambi origami. La loro relazione si fa seria sin dal primo appuntamento, fino a quando la scoperta della verità cambierà lo stato delle cose.Secondo premio per animazione indipendente sotto 6 minuti – 2009 KAFI, Kalamazoo, Stati Uniti, Menzione speciale – 2009 Chitrakatha, Ahmedabad, India; Premio speciale nella categoria corti – 2010 CICDAF, Changzhou, Cina
Milhama Cara’ (Guerra fredda)
Regia: Amit Rojtblat, Noor Tadger, Adam Yassour / 2009 / Stop motion / Durata: 2.10 min.
Un bambino appende i suoi disegni sul frigorifero. Non è cosciente che l’atto innocente dà inizio ad una terribile guerra che porta alla distruzione di tutto quello che era attaccato sul frigo.
Masà (Viaggio)
Regia: Olga Komosko / 2009 / Stop motion / Durata: 3.04 min.
Un’opera sperimentale incentrata su un viaggio in treno, dentro un appartamento e nei suoi oggetti.
Wild Nature
Regia: Avichai Yeyni, Arik Ben-Ari, Oren Rubin / 2008 / 3D animation / Durata: 2.05 min.
Una troupe di National Geographic che sta girando una serie di documentari, in mancanza di leoni, assume una mucca per sostituire una leonessa…
Anno: 2011
Nazione: Israele
Genere: Cortometraggio – Animazione
Durata: 54
Regia: Registi vari
Produzione: Bezalel Academy of Art and Design di Gerusalemme
Adam uvehema (Uomo e animale)
Regia: Yishay Shemesh / 2011 / Classic & 3D animation / Durata: 6.50 min.
Un contadino trova nei campi un uomo enorme. Quest’ultimo, riconoscerà nel contadino il suo salvatore. La dipendenza si trasforma così in prigionia, e viceversa…
Ba’alat Hanes (La donna dei miracoli)
Regia: Michael Abulafia, Moran Somer / 2009 / Stop-motion / Durata: 10 min.
Fortuna aspetta alla finestra il ritorno del suo defunto sposo, dopo un’interminabile attesa di cinquant’anni, per celebrare le nozze d’oro. Marcela, la serva del rabbino pedante, ha una visione che la rende immortale. La storia delle due donne si intreccia e miracolosamente dà libertà a tutte e due…
Tra i numerosi premi: Primo premio corto animazione – 2009 Haifa International film Festival; Grand prize – 2010 PISAF, Bucheon, Corea del Sud; Migliore corto d’animazione – 2010 Jerusalem Film Festival; Migliore animazione, Concorso studentesco – International Film Festival 2010, Shangai, Cina; Migliore Animazione – 2010 premio CILECT Barcelona, Spagna.
Ishihara
Regia: Yoav Brill / 2010 / 2D animation /Durata: 6.04 min.
Un autoritratto di un giovane daltonico. Un corto sui rapporti tra il rosso e il verde, il giusto e lo sbagliato e la difficoltà di definirsi in un mondo di codici e regole imposte dall’esterno. Il corto si ispira ai vecchi film di educazione infantile e al test che serve per scoprire il daltonismo (inventato nel 1917 dal medico giapponese Shinobo Ishihara).
Migliore corto in animazione – Haifa International Film Festival 2010
Yelala (Ululato)
Regia: Natalie Bettelheim, Sharon Michaeli / 2011 / Classic animation / Durata: 6.30 min.
Una madre sospesa tra l’isolamento, l’incertezza e i sentimenti di un genitore che si prende cura di un bambino “speciale”.
Migliore film studesco – ASIFA 2011, Israele
Loof
Regia: Daniel Sasson, Dudi Rubin /2011 / Stop-motion / Durata: 7.20 min.
Un horror d’animazione su un soldato che, per noia, rompe la santità dello Yom Kippur proprio nella Grotta dei Patriarchi e causa una resurrezione che gli darà filo da torcere…
Menzione speciale ASIFA 2011, Israele
Befetach beiti (All’entrata di casa mia)
Regia: Anat Costi / 2010 / Classic animation / Durata: 5.58 min.
Il corto, presentato in concorso al Festival di Cannes, racconta di una donna che conduce una vita solitaria, apparentemente protetta dal mondo esterno, ma la paura prende il sopravvento…
Hamutz Matok (Agrodolce)
Regia: Tal Cohen / 2011 / Classic animation / Durata: 6 min.
Un pescatore, in un lontano villaggio del Giappone, attende ogni giorno che i suoi figli facciano la pace e quando questa arriva oramai è troppo tardi…
Bemilim elu (Con queste parole)
Regia: Adir Slozky / 2011 / Classic & 3D animation / Durata: 2.50 min.
“Nel settembre 1944, noi, diciotto dottori ebrei, siamo stati scelti…” Con queste parole inizia la testimonianza del dott. Beilin al processo di Eichmann. Oggi quelle parole sono la “colonna sonora” del viaggio di due scoiattoli che si trovano senza casa e senza cibo durante un inverno della seconda guerra mondiale.
Peacemaker Mac – Island of Dispute
Regia: Yotam Cohen / 2011 / Classic animation / Durata: 4.41 min.
Un Mickey Mouse (Mac – “porta pace”) stile anni ’30 si trova coinvolto in una disputa su una terra contesa. Il suo intervento non migliora le cose, anzi…
Anno: 2011
Nazione: Israele
Genere: Cortometraggio – Animazione
Durata: 58
Regia: Registi vari
La storia di svolge negli anni ‘40 a Shangai. La guerra imperversava in tutto il mondo. Gli ebrei dell’ Europa vivono nel terrore, alcuni cercano di rifugiarsi in altri paesi. Come Rina: la bambina ebrea trova rifugio con suo fratello a Shangai. Soffrono la fame e il freddo, Rina deve provvedere alla sussistenza di sé e del suo fratellino. Senza un soldo in tasca, cerca qualcosa da mangiare in città, così il giovane Zhou A-gen le offre aiuto. Inizia un’amicizia, A-gen invita Rina ed il fratello a stare a casa sua: l’ amicizia tra la bambina ebrea e la famiglia cinese cresce giorno per giorno, mentre la Seconda Guerra Mondiale incendia l’ Europa. Alla fine della guerra Rina torna in Europa e riabbraccia la sua famiglia, A-gen la saluta al porto e i due si danno appuntamento lì, in futuro….
Curiosa interpretazione degli anni della Seconda Guerra Mondiale, visti dagli occhi di un regista cinese. A Jewish Girl in Shanghai è il primo film d’ animazione cinese della storia di argomento ebraico. Il film è stato presentato al Festival di Gerusalemme nel 2010 nella sezione Jewish Experience Award.
Anno: 2010
Nazione: Cina
Genere: Animazione
Durata: 80
Lingua: Mandarino – Cinese
Regia: Wang Genfa, Zhang Zhenhui
Sceneggiatura: Wu Lin
Musica: Shi Jiayang
Produzione: Wang Tianyun, Ren Zhonglun, Cai Hongzhuan, Shi Bixi, Wu Pei
4 corti di animazione nati dalla fantasia e dall’umorismo di Stephen Levinson che si concede una satira dissacrante su Noè e la sua Arca, su Abramo, Isacco e Mosè.
Illustrazione: Mike Herrods
Animazione: Ed Mundy
Bound for Glory
Durata: 3.31 min.
Regia e sceneggiatura: Stephen e Joel Levinson
Interpreti: Shek Baker, Jonathan Katz, Stephen Levinson
Lettura originale e ironica del sacrificio di Isacco: Abramo non solo deve sacrificare suo figlio, ma prima deve anche portarlo in cima ad una montagna….
Let My People Grow
Durata: 3.02 min.
Regia e sceneggiatura: Stephen e Joel Levinson
Interpreti: Julie Klausner, Sean Modica
L’ Esodo del popolo ebraico dalla terra d’ Egitto raccontato come fosse l’ epilogo di una storia d’ amore….
Not if You Were the Last Panda on Earth
Durata: 4.11 min.
Regia e sceneggiatura: Stephen e Joel Levinson
Interpreti: Bob Balaban, Jonathan Katz, Aaron Bleyaert, Jess Lane
L’ arca di Noè ospita gli animali di tutte le specie per trarli in salvo. Ma non tutti sono soddisfatti della loro nuova situazione. Il corto si è aggiudicato il premio come Migliore Animazione al Festival della Televisione di New York.
The Golem
Durata: 4.52 min.
Regia e sceneggiatura: Stephen Levinson, Jason Reich
Interpreti: Jonathan Katz, Jon Benjamin, Shek Baker, Joe Mande, Tami Sagher
Siamo a Williamsburg, a Brooklyn. Verso il quartiere “hassidico” per eccellenza, inizia una strana “migrazione” di ragazzi, i cosiddetti “hipster”, non di certo devoti alla religione e ale buone maniere. I rabbini per contrastare il fenomeno, decidono di inventare un Golem…
Anno: 2009
Nazione: Stati Uniti
Genere: Cortometraggio – Animazione
Durata: 16
Lingua: Inglese
Regia: Vari
Sceneggiatura: Vari
Musica: Craig Hillelson
Produzione: Stephen & Joel Levinson Production
Due paesi lontani, l’ Australia e l’ America. Due persone sole: Mary, una bambina timida e imbranata di soli otto anni, vive nei sobborghi di Melbourne con una madre alcolizzata; Max, ebreo americano affetto dalla sindrome di Asperger, vive a New York nelle sue paranoie, nell’ obesità, nella solitudine. I due diventano, per caso, amici di penna. Mary and Max racconta una storia commovente, a tratti ironica e segue il passaggio di Mary dalla giovinezza all’età adulta e quello di Max dalla mezza età alla vecchiaia, esplorando un legame di amicizia che non conosce confini, attraverso il mondo immaginifico dei pupazzi di plastilina.
Primo lungometraggio di Adam Elliot (Premio Oscar nel 2003 con il cortometraggio d’animazione Harvie Krumpet) Mary and Max nel 2009 ha aperto il Sundance Film Festival (nello stesso anno Menzione speciale al Festival di Berlino per la sezione Generation 14plus). Nel 2010 è stato il film di apertura del Jewish Film Festival di Gerusalemme.
Anno: 2009
Nazione: Australia
Genere: Animazione
Durata: 92
Lingua: Inglese
Regia: Adam Elliot
Sceneggiatura: Adam Elliot
Montaggio: Bill Murphy
Fotografia: Gerald Thompson
Musica: Dale Cornelius
Produzione: Melanie Coombs, Melodrama Pictures Pty Ltd
Nata a Brooklyn nel 1911, Ruth Gruber diventa una reporter all’età di ventiquattro anni conquistando subito popolarità negli Stati Uniti e all’ estero, in un tempo in cui la figura della donna giornalista era praticamente inesistente. Con il suo amore per l’ avventura, il coraggio e la forza dell’ intelletto, Ruth è stata protagonista di esperienze straordinarie: nel 1935 è stata la prima donna-giornalista ad entrare nell’ Artico Sovietico, ha attraversato l’Alaska come membro della delegazione di Roosvelt nel ‘42, ha seguito coloro che si rifugiavano negli Stati Uniti durante la Shoah nel ’44, il Processo di Norimberga nel ’46, e la nave Exodus nel ’47. Ha conosciuto, tra gli altri, Eleanor Roosevelt, il Presidente Harry Truman e David Ben Gurion. Ruth ha osservato dall’ interno la straordinaria storia della rinascita del popolo ebraico dopo la Shoah.
Debutto alla regia di Bob Richman. Usando materiale di archivio inedito, il documentario ripercorre passo dopo passo l’ incredibile storia di Ruth, che oggi ha 100 anni, attraverso il racconto appassionante in prima persona della grande reporter. La prima mondiale di Ahead of Time, che ha partecipato a molti festival, ha avuto luogo al Toronto International Film Festival del 2009.
Anno: 2009
Nazione: Stati Uniti
Genere: Documentario
Durata: 73
Lingua: Inglese
Regia: Bob Richman
Montaggio: Sabine Krayenbhl
Fotografia: Bob Richman
Musica: Ted Reichman
Produzione: Zeva Oelbaum
Una biografia cinematografica su Lia Van-Leer, la leggendaria fondatrice (e direttrice) della cineteca di Gerusalemme e del Festival Internazionale del Cinema di Gerusalemme. Nel 1952 sposa il giovane industriale olandese Vim Van Leer che la “contagia” con il suo amore per il cinema internazionale. Già nel 1956 fondano a Haifa il primo cineclub dove vengono presentati film di qualità. Girano il mondo, raccogliendo copie dei capolavori del cinema mondiale. Poi, di ritorno in Israele, vanno a presentare i film nei vari kibbutz. Quando il posto per le pellicole (“sotto al letto e ai divani”) si esaurisce, Lia va alla ricerca di sponsor per dare una “casa” alla sterminata collezione di film. Trova il patrocinio a Gerusalemme: è il sindaco Tedi Kolek, che non resiste al fascino di Lia, e crede per primo nel progetto della donna. Insieme fondano nel 1974 la cineteca di Gerusalemme. Lia riesce a convincere tutti i cineasti israeliani a darle i loro film e stabilisce quello che diventerà l’archivio ufficiale del cinema israeliano. Ma non finisce qui, Lia fonda il Festival Internazionale del Cinema di Gerusalemme, che con più di venticinque anni di storia continua ad ospitare le grandi star internazionali, presenti anche nei momenti più difficili per Israele perché “a Lia non si dice mai no”.
Anno: 2011
Nazione: Israele
Genere: Documentario
Durata: 65
Lingua: Ebraico
Regia: Taly Goldenberg
Montaggio: Taly Goldenberg
Fotografia: Daniel Kedem
Produzione: Amir Har’el – Lama production
Shining Stars – Kochavim nozzezzim (Stelle splendenti)
4 Marzo 1996. Al centro di Tel Aviv un terrorista palestinese si fa esplodere. Tra le vittime e i feriti ci sono i giovani Maytal, ferita gravemente, e suo fratello Assaf che resta ucciso. Tre mesi dopo la regista Yael Kipper inizia a seguire e fotografare Maytal, il suo nuovo rapporto con il corpo distrutto, e la difficoltà di salvaguardare il suo matrimonio. Da quell’esperienza ne uscì il commovente documentario “Maytal”.
Il percorso di Shining Stars inizia nove anni dopo. Oramai il matrimonio di Maytal è finito. La donna, malgrado numerose delusioni e fallimenti, torna assiduamente in ospedale con la speranza di restare incinta e diventare mamma. Un processo che riporta in superficie memorie dolorose e i sensi di colpa (resi allo spettatore attraverso citazioni dal primo documentario). Maytal è una vera protagonista, non sempre dolce né con se stessa né con lo spettatore, ma proprio per questo rende più sincera e diretta la sua lezione: con la volontà si può sempre rinascere e reinventare se stessi. Shining Stars si è aggiudicato il Premio Miglior Lungometraggio al We Care Disability FF in India nel 2009.
Anno: 2009
Nazione: Israele
Genere: Documentario
Durata: 60
Lingua: Ebraico
Regia: Yael Kipper
Sceneggiatura: Yael Kipper
Montaggio: Tor Ben Meyor
Fotografia: Oded Kimhi
Musica: Eyal Shechter
Produzione: Yael Kipper, Yael Shavit
The lost love diaries – Yomanei ha’ahava ha’avudim (I diari d’amore perduti)
Seconda Guerra mondiale. Ellis e Bernie, una coppia di giovani ebrei, devono separarsi per fuggire dalla furia nazista. Si promettono di rincontrasi, quando sarà possibile, e di scrivere nel frattempo un diario. Ma Bernie non torna, e lascia Ellis con il cuore a pezzi. Lei si riprende dal dolore e si sposa. La mattina del suo matrimonio le arriva un pacco da “anonimo”, con il diario di Bernie; Ellis lo nasconde in una valigia e non lo apre per sessantacinque anni. Dopo la morte del marito, decide di leggere il diario. Così la donna intraprende, insieme a sua figlia, un viaggio da Israele all’ Europa sulla base delle informazioni che le fornisce il diario, per “indagare” sulla sorte del suo vecchio, ma mai appassito, amore: chi le ha spedito il diario? Bernie è forse ancora in vita? Opera prima della giovane regista Yasmine Novak.
Anno: 2009
Nazione: Israele
Genere: Documentario
Durata: 60
Lingua: Ebraico
Regia: Yasmine Novak
Sceneggiatura: Yasmine Novak
Montaggio: Arik Lahav-Leibovich
Fotografia: Nadav Hekselman
Musica: Daphna Keenan
Produzione: Eilon Ratzkovsky, Yossi Uzrad, Guy Jacoel, Noa Lifshitz
Vera Martin (1924) ebrea croata, venne salvata da un carabiniere italiano. Invece di consegnarla ai nazisti, l’ aiutò a scappare in Italia, dove Vera vive da allora. Dopo la guerra, scoprì di essere l’unica sopravvissuta di tutta la sua famiglia. Vera ora alleva cavalli da corsa, curandoli con le sue mani. Una delle sue cavalle sta per figliare e Vera segue ansiosamente il travaglio… due anni dopo, il puledrino nato quel giorno si allena per diventare campione. Le due storie (una di vita, una di morte) s’intrecciano e s’incarnano con la straordinaria grazia, grinta e humour di Vera.
Vera ha partecipato al Documentary Film Festival di Amsterdam nel 2010 (Mid-length Competition official selection) e al Full Frame International Doc Festival del North Carolina.
Anno: 2010
Nazione: Italia
Genere: Documentario
Durata: 48
Lingua: Italiano
Regia: Francesca Melandri
Sceneggiatura: Francesca Melandri
Montaggio: Ilaria De Laurentis
Fotografia: Sabrina Varani
Produzione: TANGRAM FILM S.r.l.
Leo Levi (1982-1912) è stato un personaggio ricco di contraddizioni: persona complessa, eccentrica e unica. Radicato nella cultura italiana, sionista, comunista, religioso, emigrato in Israele nel 1935 ma in continuo contatto con l’Italia (faceva avanti e indietro).
Come leader del sionismo italiano, nell’estate del 1933 inventò i campeggi ebraici sulle Alpi (che si fanno tutt’ora), dove arrivavano ragazzi ebrei da tutto il Paese per conoscere le tradizioni dell’ebraismo ed avere un assaggio dell’esperienza agricola del kibbutz.
Al liceo Massimo d’Azeglio di Torino conobbe il Professor Augusto Monti, fervente antifascista, che ebbe grande influenza sul suo pensiero. Dopo i fatti di Ponte Tresa nel 1934, fu arrestato. Come Leone Ginzburg, Vittorio Foa, e Carlo Levi, Leo Levi era perseguitato dall’OVRA (la polizia fascista) e fu messo in prigione anche l’anno successivo. Gli fu quindi suggerito di lasciare l’Italia e di andare in Palestina. Dopo la guerra dei Sei Giorni chiese il ritorno di tutti i profughi palestinesi e pubblicò numerosi editoriali, all’epoca considerati radicali, sui quotidiani italiani.
Oggi Leo Levi è ricordato per il suo contributo come musicologo: con l’inseparabile Nagra (il piccolo registratore analogico) ha infatti registrato, collezionato e “restaurato” la musica tradizionale delle comunità ebraiche mediterranee, distrutte dalla Shoah.
Nel documentario la regista Yaala Levi Zimmerman, figlia del protagonista, va alla ricerca delle radici della famiglia, seguendo la vita del padre e raccontando così 150 anni di storia ebraica italiana.
Anno: 2011
Nazione: Israele
Genere: Documentario
Durata: 92
Lingua: Ebraico – Italiano
Regia: Yaala Levi Zimmerman
Montaggio: Rebecca Yogev
Fotografia: Roberto Pistarino, Yoram Milo, David Zimmerman, Ofra Zimmerman
Produzione: Yaala Levi Zimmerman
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