PKF 2017

Il PKF2017 propone per la consueta sezione “Sguardo sul nuovo cinema israeliano” opere che hanno riscosso successo sia in Israele che all’estero, e che rappresentano la varietà e il multiculturalismo che compone la società israeliana di oggi. Film di inaugurazione, Holy Air di Shadi Srour – ospite al festival con il produttore Ilan Moskovitch –  presentato in anteprima italiana, una commedia che mostra un inedito spaccato delle diverse culture che convivono in Israele. Tra i numerosi titoli in programma, per la prima volta sarà presentato al pubblico italiano The Legend of King Solomon, l’ultima opera del Maestro dell’animazione israeliana Hanan Kaminski – anche lui tra gli ospiti del festival – dedicata a Gerusalemme e alla storia del Re Salomone. Tra i documentari, l’avvincente On the Map di Dani Menkin, prodotto da Nancy Spielberg, che racconta una delle pagine più importanti della storia e dello sport israeliano. Quindi, Shalom Italia, della regista Tamar Tal Anati, che racconta di tre fratelli ebrei israeliani, di origine italiana e del loro viaggio attraverso la Toscana, in cerca della caverna in cui da piccoli si erano nascosti per scappare dai nazisti. Fra i panel, “Raccontare il Medio Oriente attraverso il documentario”, incontro a due voci tra Itai Anghel e il direttore de La Stampa, Maurizio Molinari.  Il panel sarà seguito dalla proiezione del doc Invisible in Mosul, in cui lo stesso Anghel si unisce con coraggio ai corpi speciali dell’esercito iracheno che avanzano verso Mosul sotto il fuoco nemico dell’ISIS e dei suoi terroristi suicidi.Durante la kermesse si svolgerà anche la prima edizione del Premio Emanuele (Lele) Luzzati, che premierà la migliore opera considerata meritevole da una giuria composta da intellettuali e artisti di rilievo.

 

Direzione artistica PKF

In co-direzione già dalla prima edizione del Roma Kolno’a Festival (2006) e poi ininterrottamente al PKF, Ariela Piattelli  è nata a Roma, dove ha studiato al DAMS di RomaTre e si è laureata in Storia e critica del cinema. Oggi è giornalista e collabora con « Il Corriere della Sera ». In passato ha collaborato per alcune testate, tra cui « Il Giornale », l’agenzia Apcom (al desk di New York) e la rivista di cultura ebraica « Shalom » di cui è ancora redattrice. Nel corso degli anni ha approfondito gli studi sul rapporto tra arti figurative ed ebraismo e, nei suoi numerosi viaggi in Israele è venuta a contatto con il cinema israeliano. Dal 1998 è consulente dell’Ambasciata d’Israele in Italia per iniziative culturali e festival cinematografici. E’ stata membro della giuria al Jerusalem Film Festival 2008 (per la sezione “Jewish Experience”) ed è curatrice insieme a Raffaella Spizzichino e Shulim Vogelmann, del Festival Internazionale di Letteratura Ebraica. Nell’ultimo anno ha prodotto alcuni eventi culturali tra Italia e Israele, tra cui il concerto di Idan Raichel Project a Roma (Piazza del Campidoglio, in collaborazione con Zètema) e l’anteprima italiana di “Seven Days” di Ronit e Shlomi Elkabetz, nell’ambito del Festival Internazionale del Film di Roma.

Lirit Mash

Lirit Mash è attrice e sceneggiatrice. Di origine argentina, è nata e cresciuta in Israele (Kibbutz Gazit). Ha imparato a suonare il violino e partecipato alla “Youth Symphonic Orchestra” dei membri dei kibbutzim. Vissuta per tre anni a Roma, tornata in Israele si è diplomata in Arte alla “Alon High School for the Arts”. Nell’esercito, ha lavorato come istruttore sportivo nel “College Interdisciplinary for Command and Staff”. Nel 1997 si è diplomata come attrice presso la “Beit Zvi High School for the Performing Arts”. Già durante il terzo anno degli studi, ha girato per una serie televisiva “Merhav Yarkon” (ambientato in una stazione di polizia). Dopo aver completato gli studi, ha svolto un ruolo di primo piano al teatro di Haifa, uno dei quali: “Ghetto” diretto da Joshua Sobol. Negli ultimi 20 anni Lirit ha recitato in teatro, cinema e televisione e tra i suoi ruoli più importanti: “Zinzana” (serie televisiva girata in una vera prigione nel 1999), “Saturdays and Holidays” (tre stagioni di una serie di successo sulle relazioni di coppia, 2000-2003). “This  Night” (2006-2013) dell’Orna Porat Theatre, sulla comunità  marocchina fuggita in Israele negli anni ’50. “Yellow Peppers” serie venduta alla BBC (2013), “Milk and Honey” venduta a Channel 4 (2015) e molti spot fra i quali per l’IKEA, la Tnuva e la campagna “Violence Against Women”. Attualmente Lirit è protagonista in un commedia originale: “Daddy’s Fathers” insieme all’attore veterano israeliano Uri Gavriel. Ha insegnato “Dramma e interpretazione e preparato attori per audizioni. Nell’ultimo anno, Lirit ha scritto il suo primo copione per una co-produzione israelo-argentina e un libro ispirato alla sua infanzia in Kibbutz.
 
Born in Israel and grew up in a kibbutz. At the age of 10, she moved with her family to Rome as part of her father work, “Hashomer Hatzair”, (3 years), and for the first time exposed to Italian language, art and fine food.
Studied violin for 8 years and did her matriculation in arts.
Graduated at “Beit- Zvi”, School of the Performing Arts (1997).
Today Lirit is a theater, a movies and a tv series actress.
Her prominent roles:
Films-” Theater- “Ghetto”, “Backyard Games”, “Dadi’s Girls”, “My son”,”Blind date” ,”Blank bullet”. 
Tv series- “Saturdays and Holidays”,” “Zinzana,” “Yellow Peppers,” “Milk&Honey” ,”Mermaids”. 

Ospiti PKF 2017

Itai Anghel - PKF2017Itai Anghel

Itai Anghel, a cui è stato recentemente conferito il Premio Sokolov, il massimo riconoscimento del giornalismo in Israele, è uno tra i più importanti reporter e giornalisti televisivi israeliani. E’ noto in patria e all’estero per i suoi documentari sui conflitti nel mondo, in particolare in Medio Oriente, e per la sua straordinaria capacità di raggiungere le zone di guerra, dove pochi reporter hanno il coraggio di addentrarsi, e di documentare le storie delle parti coinvolte.

Nel corso della sua carriera Anghel ha documentato tra gli altri i conflitti in Croazia, Bosnia, Kosovo, Pakistan, Afghanistan, Haiti, Cecenia, Indonesia, Ruanda, Sud Africa, Libano, Gaza, Tunisia, Egitto. Anghel è andato in Siria e in Iraq spingendosi fino alle prime file di combattenti contro l’ISIS. E’ lui l’unico giornalista israeliano che ha “coperto” e toccato con la sua telecamera lo Stato islamico. Il reporter lavora presso il secondo canale della tv israeliana per il programma di documentari UVDA. Tra gli altri riconoscimenti, negli ultimi 5 anni ha vinto quattro volte il premio per il Miglior Documentario televisivo, e nel 2009 il “Cutting Edge Award” all’International Media Award di Londra. Al PKF2017 Anghel presenta il suo “Invisible in Mosul”.

Itai Anghel, who was just awarded the ‘Sokolov Prize’ – the highest prize for journalism in Israel, is one of the most prominent TV journalists in Israel.  

He is known for his unique field-work and in-depth documentaries. He has the unique ability to deeply and fearlessly explore the most dangerous hot-spots around the globe, while intimately connecting with all parties involved.

During his career Anghel covered the conflicts in Croatia, Bosnia, Kosovo, Pakistan, Afghanistan, Haiti, Chechnya, Indonesia, Rwanda, Kenya, Congo (DRC), South Africa, Lebanon, Gaza, Tunisia, Egypt, Iraq and Syria, among other places. His recent assignments took him to Syria and Iraq to the front line against ISIS. Anghel is the only Israeli journalist who has been covering the Islamic State from within. Itai Anghel works in the Israeli TV – Channel 2 for the documentary and current affairs program – ‘UVDA’. For the past five years his works won four times the award for ‘Best TV Documentary’ on behalf of the ‘Israeli forum for documentary film makers’. In 2009 Mr. Anghel won the ‘Cutting edge award’ in the ‘International Media Awards’ in London for his “superb and unbiased cover of the Middle East”.


Cecilia Brunelli

Cecilia Brunelli è nata e cresciuta a Milano nel 1995, si è trasferita a Londra 4 anni fa per conseguire una laurea in Cinema, diplomandosi questo giugno. Creare immagini è sempre stata la sua più grande passione. E’ un’appassionata fotografa, ambiziosa cinematografa e amante di viaggi. Quel che ama di più è raccontare storie attraverso i suoi lavori. E’ particolarmente interessata a etnie e questioni sociali, per questo motivo il suo sogno e di un giorno lavorare per grandi documentari. 

My name is Cecilia Brunelli and I am 22 years old. I was born and raised in Milan, Italy but I moved to London 4 years ago to begin a Filmmaking degree from which I am graduated this June. Image making has always been my greatest passion. I consider myself a passionate photographer, an aspiring cinematographer and a travel addict. What I love the most is telling stories through my work. I am especially interested in ethnicities and social issues, and this is why one day my dream is to work for big scale documentaries.


Valerio Ciriaci - PKF2017Valerio Ciriaci

 Valerio Ciriaci è un documentarista italiano con base a New York. Nato a Roma, nel 2011 si laurea in Scienze della Comunicazione all’Università La Sapienza con una tesi su Jean Rouch e l’etno-fiction. Quello stesso anno si trasferisce a New York per frequentare il corso di cinema documentario della New York Film Academy. Nel 2012 fonda la Awen Films con la quale lavora come regista e produttore per diverse produzioni non-fiction. I suoi primi corti documentari, Melodico e Treasure – The Story of Marcus Hook, sono stati selezionati in vari film festival internazionali, tra cui Big Sky Documentary Film Festival e Hot Springs Documentary Film Festival. Nel 2015 realizza il suo primo lungometraggio, If Only I Were That Warrior, vincitore del premio “Imperdibili” al 56˚ Festival dei Popoli e del Globo d’Oro 2016 per il miglior documentario italiano. Nel 2017 dirige CPL minidocs, una serie di documentari per il web, dedicati ai volumi editi dal Centro Primo Levi NY. Al PKF presenta il suo “Iom Romì”. 

Valerio Ciriaci is an Italian documentary maker based in New York.  Born in Rome, he graduated in Communication Sciences from Rome’s La SapienzaUniversity with a thesis on Jean Rouch and ethno-fiction.  The same year he began the documentary film course at the New York Film Academy.  He works as a director and producer in non-fiction productions for Awen Films, which he co-founded in 2012. His first documentary shorts, “Melodico” and “Treasure  The Story of Marcus Hook”, were selected for various international film festivals, including the Big Sky Documentary Film Festival and the Hot Springs Documentary Film Festival.  In 2015, he made his first feature film If Only I Were That Warrior, which won the Unmissable Prize at the 56th Festival dei Popoli and the 2016 Italian Golden Globe for Best Italian Documentary.  In 2017 he directed “CPL minidocs”, a series of web documentaries dedicated to the works published by the Centro Primo Levi Centre New York.  At PKF2017, he presents Iom Romì (A Day in Rome).


Ruggero Gabbai - PKF2017Ruggero Gabbai

Ruggero Gabbai inizia a fotografare all’età di 13 anni. In seguito si laurea alla Rochester Institute of Technology (Kodak) in fotografia e un minor in filosofia e poi in regia cinematografica alla Columbia University: la tesi sarà il suo primo documentario; “The King of Crown Heights”,trasmesso in prime time dalla PBS negli Stati Uniti e poi distribuito in tutto il mondo.Nel 1994 torna in Italia e nel 1997 firma la regia del documentario sulla Shoah italiana,“Memoria”, selezionato al Festival di Berlino. Gabbai ha diretto più di 30 documentari: tra i più recenti“Io ricordo”, sulla memoria delle vittime di mafia in Sicilia, e “Il viaggio più lungo”, selezionato al Festival di Gerusalemme e presentato in prima mondiale a New York e presentato al PKF 2013. Nel 2015 ha realizzato il film “Starting Over Again”, sulla comunità ebraica egiziana.Nel 2016, dopo diversi anni ha ultimato il film documentario “CityZEN” sul quartiere popolare di Palermo. Al PKF presenta il suo ultimo Libia, l’ultimo esodo


Ruggero Gabbai began taking photographs at the age of 13.  He graduated in Photography from the Rochester Institute of Technology, with a minor in Philosophy.  Later, his graduate thesis in Film Direction at Columbia University would become his first documentary: “The King of Crown Heights” was distributed around the world and broadcast in the United States by PBS, in prime time.  In 1994 he returned to Italy and in 1997 directed “Memoria” (Memory) about the Italian Holocaust, selected for the Berlin Film Festival.  Gabbai has directed more than 30 documentaries, including “Io ricordo” (2008), about the memories of mafia victims in Sicily, and “Il viaggio più lungo” (The Longest Journey, 2013) which was selected for the Jerusalem Festival and had its world premiere in New York and presented at the PKF 2013.  In 2015, he made “Starting Over Again” about the Egyptian Jewish community and in 2016 he concluded several years of work on the documentary “CityZEN”, about a working class neighbourhood in Palermo.  At PKF 2017, Gabbai presents his latest work, Libia, l’ultimo Esodo (Libya, the way we were).


Ori Gruder - PKF2017

Ori Gruder, conosciuto anche come “Or Yashar” (che significa “Luce dritta”), è  sceneggiatore, regista e direttore di fotografia.  
Nato in Israele nel 1970, dopo il servizio militare come fotografo, si è iscritto al dipartimento di Film & TV School alla Tel Aviv University, per laurearsi con lode nel 1998. Dopo essere diventato ortodosso praticante, Ori ha approfondito i suoi studi sull’ebraismo, a cui dedica il suo cinema, che approfondisce molti aspetti della religione. I suoi progetti si sono aggiudicati premi e sono stati presentati in molti festival internazionali. Attualmente dirige l’Heritage & Jewish Department al KAN-Israeli Public Broadcasting Corp. 
Al PKF2017 Gruder presenta la serie tv Shtisel.
 
Ori Gruder, also known as Or Yashar (meaning direct light), is a scriptwriter, director and director of photography.  Born in Israel in 1970, he spent his military service as a photographer and later graduated with honours from Tel Aviv University’s Film & TV school in 1998.  Ori developed his research into Judaism after becoming a practising Orthodox Jew and his films explore various aspects of the religion.  His award winning projects have been selected for many international festivals.  He is currently Director of the Heritage & Jewish Department at the KAN-Israeli Public Broadcasting Corp.  At PKF 2017, he is presenting the TV series, Shtisel. 

Hanan Kaminski - PKF2017Hanan Kaminski

Considerato uno dei più importanti registi di lungometraggi e di serie televisive al mondo, Albert Hanan Kaminski è il grande Maestro dell’animazione israeliana. Nasce a Bruxelles nel 1950, da una famiglia sopravvissuta alla Shoah. A vent’anni si trasferisce in Israele per lavorare nel kibbutz, dove coltiva anche la passione per il disegno. Si diploma alla Bezalel Academy of Art and Design di Gerusalemme, dove fonda e dirige il Dipartimento di Animazione, da dove escono i grandi talenti del cinema d’animazione israeliano. E’ alla Bezalel che Kaminski incontra Emanuele Luzzati, ed è un incontro importante che ricorderà per sempre. Kaminski continua i suoi studi alla Rijksakademie di Amsterdam, dove produce il suo primo cortometraggio, “the Pink and the Grey” (1981). Intanto il regista si dedica alla creazione di cortometraggi d’animazione per la TV israeliana. Nel 1982 inizia a collaborare con il Children’s Television Workshop di New York, con cui crea film per la trasmissione cult Sesame Street (diventata poi “Rehov Sumsum” nella versione israeliana, e “Shaara Sumsum” in quella araba). Nel 1985 si trasferisce a Parigi dove conosce Paul Grimault, che diviene suo amico e mentore. Il punto di svolta nella carriera di Kaminski arriva nel 1995, con l’uscita del suo primo lungometraggio, “The Real Shlemiel” (1995), tratto da un racconto dello scrittore ebreo Premio Nobel Isaac Bashevis Singer. Oltre ai lungometraggi, distribuiti in più di sessanta paesi, dirige serie TV tra cui “Pettson and Findus” (che gli è valso il Pulcinella Award a Cartoons on the Bay 2001). Il PKF consegna a Kaminski, nell’ambito della presentazione della sua ultima opera in anteprima italiana The Legend of King Solomon, il Premio alla Carriera.

Albert Hanan Kaminski, the great master of Israeli animation, is considered one of the most important film and TV directors in the world.  Born in Brussels in 1950 into a family of Holocaust survivors, he travelled to Israel at the age of twenty to work on a kibbutz where his passion for drawing developed.  He graduated from the Bezalel Academy of Art and Design in Jerusalem, where he later founded and directed the Animation Department, responsible for forming the great talents of Israeli animation.   Here he met Emanuele Luzzati, an important meeting he will remember forever. Kaminski continued his studies at the Rijksakademie in Amsterdam, where he produced his first short film The Pink and the Grey (1981).  In the same period, he was also creating animated short films for Israeli TV.  In 1982 he began working with the Children’s Television Workshop in New York creating films for the cult show Sesame Street (Rehov Sumsum in the Israeli version and Shaara Sumsum in the Arabic).  Then in 1985 he moved to Paris where he met Paul Grimault who was to become his friend and mentor.  A real turning point in his career came in 1995 with his first feature length film, The Real Schlemiel, based on a story by the Nobel Prize winning Jewish writer Isaac Bashevis Singer.  Kaminski’s feature films have been distributed in more than 60 countries and he has directed TV series including Pettson and Findus, which won the Pulcinella Award at Cartoons on the Bay in 2001. On the occasion of the Italian premiere of his latest film, The Legend of King Solomon, PKF2017 is recognising Kaminski with its Lifetime Achievement Award.


Ram Landes - PKF2017

Ram Landes è uno dei personaggi più importanti dell’industria televisiva israeliana. Ha ideato e prodotto molti programmi premi in Israele e all’estero, serie televisive di successo e nuovi format. Ha fondato la Koda Communications, una delle compagnie televisive più innovative d’Israele. Koda ha prodotto anche a New York il format “Connected”, che è stato venduto in 22 paesi e tra gli altri ha vinto per 5 volte il premio dell’Accademia israeliana. Ha prodotto la serie tv Your Honor, che ha vinto il Grand Prix jury Prize al Series Mania International Festival di Parigi, e che sarà riadattata negli Stati Uniti. Landes ha inoltre rivoluzionato il mondo della soap opera israeliana con “Exposed”, che raccontava il mondo delle news. Il produttore è stato anche fondatore del Channel 2 News, il telegiornale più popolare del paese. 

One of the most important figures in the Israeli TV industry, Ram Landes has created and produced numerous programmes that have won awards in Israel and abroad, including new formats and successful series.  He set up Koda Communications, one of the country’s most innovative TV companies, responsible for the format Connected, produced in New York, five-times winner of the Israeli Academy Award and sold to 22 countries.  Landes produced the series Your Honor, which won the Grand Prix Jury Prize at the Series Mania International Festival in Paris, soon to be adapted for the United States. Moreover, he revolutionised Israeli soap opera with Exposed about the world of news gathering and was also the founder of Channel 2 News, Israel’s most watched TV news bulletin.


David Meghnagi - PKF2017David Meghnagi

David Meghnagi è nato a Tripoli nel 1949. Vive e lavora a Roma.Professore di Psicologia presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre e docente di Psicologia della Religione e di Pensiero Ebraico al Master Internazionale in Scienza dellaReligione. E’ membro della Delegazione italiana presso la Task Force for International Cooperation on HolocaustRemembrance and Education. È stato Vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e delegato per l’Italia presso laConferenza dell’OSCE contro l’antisemitismo. È stato consulente del Centro di Cultura Ebraica diRoma. Ha collaborato a diverse testate giornalistiche e riviste italiane e straniere (tra cui laRepubblica, Il Messaggero, Liberation, International Review of Sociology, International Review ofPsychoanalysis). Al PKF presenta Libia, l’ultimo Esodo.

David Meghnagi, who works and lives in Rome, was born in Tripoli in 1949.  He is Professor of Psychology at the Faculty of Educational Sciences at Roma Tre University and teaches Psychology of Religion and Jewish Thought for the International Master of Religious and Cultural Sciences.  He is a member of the Italian delegation to the Task Force for International Cooperation on Holocaust Remembrance and Education.  Previously Vice President of the Union of Italian Jewish Communities and Italian delegate to the OSCE Conference on Anti-Semitism, he was a consultant for the Centre of Jewish Culture in Rome and contributes to many Italian and international newspapers and magazines, including la Repubblica, Il Messaggero, Liberation, International Review of Sociology and International Review of Psychoanalysis.  At PKF 2017, Meghnagi presents Libia, l’ultimo Esodo (Libya, the way we were).


Ilan Moskovitch - PKF2017

Ilan Moskovitch è un regista e produttore e direttore casting. Per più di vent’anni è stato una figura fondamentale dell’industria cinematografica israeliana, partecipando a più di 30 produzioni..

Director, producer and casting director, Moskovitch has been a key player in the Israeli film industry for over 20 years, contributing to more than thirty big screen productions.


Shady Srour - PKF2017Shady Srour

è un attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, teatrale e televisivo. Con un B.A. alla Tel Aviv University in recitazione e un Master in regia all’Academy of Art University di San Francisco, Shady partecipa al film 24 Hours Jerusalem, che nel 2014 vince il premio della tv tedesca per il miglior documentario. Ha recitato nel cortometraggio Ave Maria, che è stato nominato agli Oscar. Al PKF 2017 presenta la sua opera prima Holy Air, con cui ha già partecipato al Tribeca Film Festival.

Shady Srour is an actor, screenwriter, director and producer for cinema, theatre and TV, and a lecturer at the Open University. He has B.A degree from Tel-Aviv University in theater acting and M.F.A in filmmaking from the Academy of Art University, San Francisco. Lately Shady was involved in the film 24 Hours Jerusalem (arte), which won the German TV award for best documentary in 2014. He was the lead in the Oscar-nominated short film Ave Maria.
Holy Air is his feature debut that participated in Tribeca Film Festival in the International Competetion and Samuel Goldwyn are handeling the U.S. release.


Tamar Tal - PKF2017Tamar Tal

Tamar Tal Anati nasce nel 1980 a Tel Aviv. E’ documentarista e fotografa. Il suo Life in Stills, già presentato al PKF, le è valso tra gli altri il premio come Miglior Film Israeliano al Docaviv Film Festival (Tel Aviv), il riconoscimento come Miglior Regista Emergente al Dok Leipzig Int’l Film Festival in Germania. Ha ricevuto oltre 20 premi nei festival internazionale del mondo, e il suoi documentari sono stati trasmessi da molti canali televisivi in vari paesi. Tamar presenta al PKF2017 il suo Shalom Italia, una coproduzione tra Israele e Germania.

Tamar is a Documentary filmmaker and a photographer.
Her award winning film Life In Stills won “Best Israeli Film” in Docaviv Film Festival in Tel Aviv, “Best new director” in Dok Leipzig Int’l Film Festival, Germany, and many more festivals.
She received more than 20 international awards. Since it was released, the film has been screened in more than 100 festivals around the world (HOTDOCS, DOKFEST, ONE WORLD FF and more) and internationally broadcasted. (ARTE,SVT, KNOWLEDGE NETWORKD and more).
Her new film Shalom Italia is a German-Israel co-production. Selected to DocAviv Film Festival 2016 and will premiere in AFI DOCS in Washington.

 

Sguardo sul nuovo cinema israeliano

An Israeli Love Story di Dani Wolman, Israele, 93′

Basato sulla vera storia d’amore tra Pnina Gary e Eli Ben-Zvi, figlio di Rachel Yanait e Yitzhak Ben-Zvi il secondo presidente dello Stato d’Israele, il film è ambientato subito prima della fondazione dello stato di Israele. Margalit incontra Eli per caso su un autobus e si innamora immediatamente di lui. Lei cerca di avvicinarsi a lui, ma Eli è troppo occupato nelle forze speciali del Palmach e nella gestione dell’arrivo dei superstiti della Shoah. Tra i due nasce una storia d’amore. Così Margalit raggiunge Eli in kibbutz dove cerca di adattarsi alla nuova vita nella comunità agricola. Presto la storia irrompe nelle loro vite. 

Set in 1947-1948, during the turbulent time of pre-state Israel, An Israeli Love Story is based on the true story of the love affair between Pnina Gary and Eli Ben-Zvi, son of Rachel Yanait and Yitzhak Ben-Zvi, second President of the State of Israel.  Margalit meets Eli by chance on a bus and instantly falls in love with him. She tries to get close to him, hoping he will reciprocate, but Eli is too preoccupied with his work in the Palmach (élite fighting force) and managing the arrival of Holocaust survivors. Despite this, a serious relationship develops between the two and Margalit joins Eli on the Beit Keshet kibbutz, where she attempts to adapt to country life. However, the harsh reality of history soon intervenes.

Anno: 2017
Nazione: Israele
Genere: Lungometraggio
Durata: 93
Lingua: Ebraico
Regia: Dani Wolman
Sceneggiatura: Dita Guary
Montaggio: Shoshi Wolman
Fotografia: Ran Aviad
Cast: Adi Bielski, Aviv Alush, Maya Wertheim, Issac Hizikiyahu, Alex Anski, Amir Mugrabi
Produzione: Dan Wolman

Holy Air di Shady Srour, Israele, 81′

Adam è un arabo cristiano che vive a Nazareth – membro di una minoranza “in via di estinzione” nella “Terra Santa” e nel Medio Oriente. Sua moglie Lamia è forte, bella e progressista e dirige una fondazione per i diritti delle donne. Quando Adam apprende che Lamia è incinta, fa un bilancio della sua vita e si sente un fallito. Un giorno ha un’idea e sente finalmente di poter risolvere i suoi problemi economici con un’impresa geniale: cosa c’è di meglio che vendere l’aria stessa della Terra Santa che ha respirato la Madonna?

Adam is a Christian Arab living in Nazareth, a member of a vanishing minority in the Holy Land and the Middle East. His wife Lamia is a strong, beautiful and progressive Arab woman, who runs a foundation for women’s rights. When Adam hears Lamia is pregnant, he evaluates his life and feels that he has not achieved much. One day he has an idea, sure that he can solve his financial problems with a brilliant business plan: what better than to sell the air of the Holy Land, the very same breathed by the Virgin Mary? 

Anno: 2017
Nazione: Israele
Genere: Lungometraggio
Durata: 81
Lingua: Ebraico – Arabo – Francesce – Inglese
Regia: Shady Srour
Sceneggiatura: Shady Srour
Montaggio: Naaman Bishara
Fotografia: Daniel Miller
Musica: Habib Shehadeh Hanna
Cast: Shady Srour, Laetitia Eido, Shmulik Calderon, Tarik Copti, Dalia Okal, Byan Anteer
Produzione: Ilan Moskovitch

Invisible in Mosul di Itai Anghel, Israele, 55′

Itai Anghel è l’unico giornalista israeliano ad aver documentato la guerra in Iraq sino a spingersi nelle prime linee dei combattenti contro l’ISIS a Mosul. Nel documentario Anghel, senza rivelare la sua identità, si unisce con coraggio ai corpi speciali dell’esercito iracheno che avanzano verso Mosul sotto il fuoco nemico dell’ISIS e dei suoi terroristi suicidi. Invisible in Mosul va oltre i combattimenti, toccando i destini delle persone che vivono, tra orrori e sofferenze, prigioniere del Califfato. Mentre nel resto del mondo si festeggia l’inizio della fine dell’ISIS, la prospettiva degli abitanti di Mosul è molto più triste e realistica.

Itai Anghel is the only Israeli journalist to have covered the war in Iraq from the front lines of the fight against ISIS in Mosul.  Without revealing his identity, Anghel embeds with the special forces of the Iraqi army as they advance towards Mosul under heavy fire from ISIS troops and suicide bombers.  Invisible in Mosul goes beyond the fighting, connecting with the destinies of the people who have lived through horror and suffering as prisoners of the Caliphate.  While the rest of the world celebrates the beginning of the end of ISIS, the people of Mosul have a more realistic and much sadder perspective.

Anno: 2017
Nazione: Israele
Genere: Documentario
Durata: 55′
Lingua: Ebraico – Inglese
Regia: Itai Anghel
Produzione: UVDA

Longing di Savi Gabizon, Israele, 100′

Longing – Ga’agua

Ariel, un uomo benestante senza figli, riceve una telefonata da quella che vent’anni fa era la sua fidanzata. Lei deve raccontargli un paio di cose stupefacenti: la prima è che quando si lasciarono era incinta e che da quella gravidanza nacque un bambino fantastico; la seconda, invece, è qualcosa che gli cambierà la vita per sempre. Longing è un viaggio negli aspetti nascosti della paternità, commedia profonda su come non sia mai troppo tardi per iniziare ad amare…

A wealthy, childless man, Ariel, receives a phone call from his college girlfriend from two decades before, who has some surprising news for him.  She tells him that she was pregnant when they broke up twenty years ago and that she went on to have a lovely boy.  She also tells him something that changes his life forever.  Longing is a journey into the hidden aspects of paternity, a thoughtful comedy on how it is never too late to start loving…

Anno: 2017
Nazione: Israele
Genere: Lungometraggio
Durata: 100
Lingua: Ebraico
Regia: Savi Gabizon
Sceneggiatura: Savi Gabizon
Montaggio: Tali Halter-Shenkar
Fotografia: Asaf Sudry
Musica: Yoram Hazan
Cast: Shai Avivi, Asi Levi, Neta Riskin
Produzione: Chilik Michaeli, Avraham Pirchi, Tami Leon, Savi Gabizon, Moshe & Leon Edery Distribuzione: Films Boutique

The 90 Minutes War di Eyal Halfon, Israele, Germania, Portogallo, 90′

La guerra dei 90 minuti si svolge in un campo di calcio. Dopo 100 anni di conflitto, israeliani e palestinesi decidono di giocarsi il diritto alla terra in una partita di football. Il vincitore avrà tutta la terra, lo sconfitto dovrà andare a vivere altrove. La partita si gioca in Portogallo, paese “obiettivo”. In questa surreale commedia, l’Europa appare in filigrana, con la sua difficoltà ad interpretare e a risolvere il conflitto. Tratto dal libro di Itay Meirson “The 90-Minutes War”.

Based on the eponymous book by Itay Meirson, The 90-Minutes War takes place on a soccer field. After a century of conflict, Israelis and Palestinians decide to settle the dispute over the right to the land with a soccer match. The winner will get the whole territory, the loser will have to go live elsewhere. The match will be played in Portugal, a “neutral” land.  In this surreal comedy, Europe is seen in filigree, with its difficulties in understanding and resolving this conflict.

Anno: 2016
Nazione: Israele, Germania, Portogallo
Genere: Mockumentary
Durata: 90
Lingua: Ebraico
Regia: Eyal Halfon
Sceneggiatura: Eyal Halfon, Itay Meirson,
Cast: Majd Bitar, Detlev Buck, Norman Issa, Moshe Ivgy, Miri Nevo

Photo Farag di Kobi Farag, Israele, 77′
Photo Farag - PKF2017

Coinvolgente ed emozionante storia di una famiglia ebraico-irachena che diventò famosa in Israele. Immigrata in Israele da Baghdad negli anni Cinquanta, la famiglia Farag fondò un’azienda di fotografia di enorme successo. Basato su affascinanti interviste e materiali d’archivio, Photo Farag esplora le vicende di una famiglia che ha lasciato il segno nella società israeliana. Il più giovane membro dei Farag, il regista Kobi, indaga sulla sua storia, scavando in archivi privati e cercando di risolvere enigmi e misteri.

This is the gripping and moving story of the Iraqi-Jewish family that would become a household name in Israel.  After emigrating to Israel from Baghdad in the 1950s, the Farag family built a hugely successful photography business. Using fascinating interviews and archive materials, Photo Farag explores the history of a family that has left its mark on Israeli society. Director Kobi, the youngest Farag, began to search through private archives and family history, on his hunt to understand enigmas and mysteries from the past. 

Anno: 2016
Nazione: Israele,
Genere: Documentario
Durata: 77
Lingua: Ebraico
Regia: Kobi Farag
Sceneggiatura: Gidi Weitz, Morris Ben Mayor, Kobi Farag
Montaggio: Morris Ben Mayor
Fotografia: Roy Farag
Musica: Avi Belleli
Produzione: Mosh Danon

The Cousin di Tzahi Grad, Israele, 93′

Naftali vive con sua moglie e due figli in un villaggio nel centro di Israele. Da molto tempo sogna di ristrutturare il suo studio e ora ha trovato finalmente i soldi per farlo. Assunto Fahed, un operaio palestinese raccomandato dal suo giardiniere, inizia i lavori. L’arrivo del “cugino” arabo nel quartiere coincide con un caso di molestie sessuali a una giovane locale. Quando i sospetti si concentrano su di lui, Naftali è l’unico che può difenderlo, sfidando la famiglia e gli abitanti del villaggio.

Naftali lives with his wife and two children in a village in the heart of Israel.  He has finally gathered enough money to restructure his studio, a long held dream of his.  He engages Fahed, a Palestinian handyman recommended by his gardener, and the work begins.  The arrival of the Arab ‘cousin’ in the area coincides with a case of sexual assault on a local young woman.  When suspicions turn to Fahed, Naftali is the only person who can defend him, challenging both his family and the inhabitants of the village.

Anno: 2017
Nazione: Israele
Genere: Lungometraggio
Durata: 93
Lingua: Ebraico – Arabo
Regia: Tzahi Grad
Sceneggiatura: Tzahi Grad
Montaggio: Sari Bisharat, Danny Rafic
Fotografia: Eitan Hatuka
Musica: Sapir Matityahu
Cast: Alla Dakka, Osnat Fishman, Tzahi Grad
Produzione: Ehud Bleiberg, Tzahi Grad, Barak Kessler

The Women’s Balcony di Emil Ben-Shimon, Israele, 96′

Gerusalemme. La vita tranquilla della coppia Etty e Tzion e della loro comunità viene sconvolta quando durante una festa di Bar-Mitzvah crolla il matroneo della sinagoga. Senza il suo luogo d’incontro, la comunità entra in crisi. Per motivi economici e burocratici i tentativi per ricostruire il matroneo falliscono, finché un giorno arriva un giovane e carismatico rabbino che propone un piano di ristrutturazione. Egli incomincia a spingere la comunità verso uno stile di vita religioso molto rigido, creando conflitti tra gli uomini e le donne della comunità. Etty e le altre donne si ribellano perché vedono minare le loro tradizioni e la tranquillità in cui hanno sempre vissuto. The Women’s Balcony, che è stato presentato nei festival di cinema ebraico di tutto il mondo, è un’esilarante commedia che offre molti spunti di riflessione.

Jerusalem.  The peaceful life of a couple, Etty and Tzion, and their community is disturbed when the women’s balcony of their synagogue collapses during a Bar-Mitzvah.  The community is lost without their meeting place and, faced with financial and bureaucratic obstacles, attempts to rebuild the balcony are thwarted. Until one day, a charismatic, young, rabbi proposes a reconstruction plan.  He begins to push the community towards a rigid style of religious life, creating conflict between the women and the men.  Seeing their traditions and the peace in which they have always lived under threat, Etty and the other women rebel. The Women’s Balcony, which has been presented at Jewish film festivals worldwide, is an exhilarating comedy that offers food for thought.

Anno: 2016
Nazione: Israele
Genere: Lungometraggio
Durata: 96
Lingua: Ebraico
Regia: Emil Ben-Shimon
Sceneggiatura: Shlomit Nehama
Montaggio: Einat Glaser Zarhin
Fotografia: Ziv Berkovich
Musica: Ahuva Ozeri, Shaul Besser
Cast: Evelin Hagoel, Igal Naor, Orna Banay, Einat Sarouf
Produzione: Osnat Hadnelsman Keren, Talia Kleinhendler, Moshe Edery, Leon Edery Distribuzione: Pie Films

Ben Gurion Epilogue di Yariv Mozer, Israele, Francia, 55′

Per anni è rimasta sepolta nell’Archivio Spielberg di Gerusalemme una lunga quanto inedita intervista al padre dello Stato di Israele, David Ben Gurion. E’ il giovane americano Clinton Bailey ad intervistarlo, nel 1968 a Sde Boker, il kibbutz dove il leader vive da anni. Ormai fuori dalla scena politica, il grande statista guarda alla storia agli eventi che lo hanno visto protagonista, tracciando la sua visione sul futuro di Israele, che ha il sapore della profezia. Yariv Mozer e Yael Perlov riportano alla luce un pezzo di storia componendo e rivelando un ritratto mai visto di Ben Gurion nell’ultima stagione della sua vita. 

For years, the footage of a long interview with David Ben Gurion, father of the State of Israel, lay buried and forgotten, deep within the Spielberg Archive in Jerusalem.  The interview, conducted by a young American, Clinton Bailey, took place in 1968 at Sde Boker, the kibbutz that had been Ben Gurion’s home for years.  By now far removed from the political scene, the great statesman reviews the world events in which he played a central part, and lays out his surprisingly prophetic vision for Israel’s future.  In composing and revealing this unseen portrait of Ben Gurion in the last stage of his life, Mozer and Perlov have brought a piece of history back to the light.

Anno: 2016
Nazione: Israele, Francia
Genere: Documentario
Durata: 55
Lingua: Ebraico – Inglese
Regia: Yariv Mozer
Sceneggiatura: Yariv Mozer
Musica: John Keltonic
Produzione: Yariv Mozer, Yael Perlov, Patrick Winocour & Guigon Juliette

Harmonia di Yariv Mozer, Israele, Francia, 55′

Harmonia è un adattamento moderno della storia di Abramo, Sarah e la giovane Hagar. Sarah è arpista nella Filarmonica di Gerusalemme; Abramo è il suo “onnipotente” direttore. Hagar, una giovane musicista di Gerusalemme Est, si unisce all’orchestra ed incontra Sarah, con cui presto stringe un’amicizia unica. Sarah non può aver figli, così Hagar si offre di dargliene uno, minando l’equilibrio già molto precario della famiglia. La nascita di Ben, che diventerà un geniale pianista, darà vita ad un drammatico scontro tra le madri. Harmonia interpreta le radici dell’antico conflitto tra due popoli che vivono a Gerusalemme, e che nel film cercano l’armonia.

Harmoniais a modern adaptation of the story of Abraham, Sarah and the young Hagar. Sarah is a harpist with the Jerusalem Philharmonic Orchestra; Abraham its powerful conductor. When Hagar, a young musician from East Jerusalem joins the orchestra, she bonds with Sarah and a unique friendship evolves between the two women. Sarah is unable to bear children and Hagar’s offer to have one for her shakes the fragile balance in her family. The birth of Ben, who is to become a genius pianist, leads to a dramatic clash between the mothers.  Harmonia interprets the metaphorical roots of the ancient conflict between two populations living in conflict in Jerusalem, shown in the film as now seeking harmony.

Anno: 2016
Nazione: Israele
Genere: Lungometraggio
Durata: 97
Lingua: Ebraico
Regia: Ori Sivan
Sceneggiatura: Ori Sivan
Montaggio: Ayelet Gil-Efrat
Fotografia: Yaron Scharf
Musica: Yaniv Fridel e Ofer (OJ) Shabi
Cast: Tali Sharon, Alon Moni Aboutboul, Yana Yossef, Ali Suliman, Itai Shcherback, Tamir Tavor, Liron Amram
Produzione: Mosh Danon

Percorsi ebraici

The Legend of King Salomon di Albert Hanan Kaminsky, Israele, Ungheria, 80′

Divertente ed originale versione della storia di Re Salomone in cartone animato. Salomone è un teenager e si infatua della regina di Saba, arrivata a Gerusalemme sul suo elefante. Peccando di leggerezza e arroganza nonché per impressionare la regina, che pensa solo al suo make-up, Salomone libera il re dei demoni Asmodeo, che era stato imprigionato da Re David. Così il giovane inizia un percorso iniziatico, tra mille avventure, e conosce la bella principessa Na’ama di cui si innamora. Il film, adatto a tutte le età, affronta, attraverso un racconto avvincente, i temi della convivenza tra culture diverse e del passaggio dalla giovinezza all’età adulta…

A humorous and original animated adaptation of the story of King Solomon. Teenage Solomon is infatuated with the Queen of Sheba, who has recently arrived in Jerusalem on her elephant. She is preoccupied with her make-up but he is eager to impress her.  Driven by arrogance and carelessness, he releases Asmodeus, the devil imprisoned by King David. Amidst a thousand adventures, the young man undergoes an initiation process, and later meets the beautiful Princess Na’ama with whom he falls in love.  The film, suitable for all ages, uses a thrilling story to examine the themes of coexistence with different cultures and the passage from youth to adulthood.

Anno: 2017
Nazione: Israele, Ungheria
Genere: Animazione
Durata: 80
Lingua: Ebraico
Regia: Albert Hanan Kaminsky
Sceneggiatura: Gyula Bszarmanyi, Albert Hanan Kaminski
Montaggio: Arik Lahav Leibowitch
Cast: Voci: Oded Menashe, Eden Harel, Hana Laslau, Ori Pfeffer, Ohad Shachar, Ruth Assarsai, Albert Cohen, Gilad Klette
Produzione: Edna Kowarsky, Elinor Kowarsky, Reka Temple, Moshe Edery, Leon Edery

Iom Romì di Valerio Ciriaci, Italia, 30′

Iom Romì racconta la comunità ebraica di Roma oggi che da secoli è vissuta nel limbo tra persecuzione e integrazione. Unico gruppo culturale della città che può affermare una discendenza diretta e ininterrotta fin dai tempi dell’impero, gli ebrei romani hanno conservato riti e tradizioni unici al mondo. Dall’alba al crepuscolo, attraverso le voci di diversi personaggi che vivono e lavorano nel quartiere storico del Ghetto, Iom Romì racconta la storia di una comunità con una forte identità.

Iom Romì records a day in the contemporary life of Rome’s Jewish community, one that has lived for centuries in limbo between persecution and integration. As the only cultural group in the city that can claim an uninterrupted line of descent from the times of the Empire, Roman Jews have fostered rituals and traditions that are unique in the world. From dawn to dusk, through the voices of characters living and working in the historic Ghetto neighbourhood, Iom Romì tells the story of a community that is both fiercely independent and distinctly Roman.

Anno: 2017
Nazione: Italia
Genere: Documentario
Durata: 30
Lingua: Italiano
Regia: Valerio Ciriaci
Montaggio: Giovanni Pompetti
Musica: Francesco Venturi
Produzione: Awen Films, Centro Primo Levi

On the Map di Dani Menkin, USA, 85′

Il documentario narra la storia della partita di basket entrata nel mito dello sport tra Maccabi Tel Aviv e la squadra dell’armata rossa CSKA Mosca nel Campionato Europeo di Pallacanestro del 1977, in piena Guerra Fredda. La vicenda ebbe luogo quando la società israeliana era ancora scossa dalla guerra del Kippur del 1973, il massacro alla Olimpiadi di Monaco di Baviera nel 1972 e il dirottamento del volo Air France nel 1976. Attraverso le testimonianze dei giocatori e delle immagini d’epoca, On the Map racconta una storia che va ben oltre lo sport: quando la squadra israeliana vinse inaspettatamente, il giocatore Tal Brody commentò la vittoria con la sua famosa frase “Siamo sulla mappa”, celebrando il risultato sportivo ma anche storico e politico.

The documentary is about the 1977 European Basketball Championship match, between Maccabi Tel Aviv and CSKA Moscow (the Red Army team), which took place during the Cold War and became a sporting legend.  The match took place at a time when Israeli society was still reeling from the 1973 Yom Kippur War, the 1972 Olympic massacre at Munich, and the 1976 hijacking of an Air France flight from Tel Aviv. Through interviews with the players and archive footage, the film presents a story that goes beyond sport. Interviewed after the Israeli team’s unexpected victory, player Tal Brody’s comment “we’re on the map” would become famous as a phrase that not only celebrated the sporting results but also encapsulated the historical and political context.

Anno: 2016
Nazione: USA
Genere: Documentario
Durata: 85
Lingua: Ebraico – Inglese
Regia: Dani Menkin
Sceneggiatura: Dani Menkin
Montaggio: Chris Callister, Drew Lahat
Cast: Tal Brody, David Stern, Bill Walton
Produzione: Jon Weinbach, Dani Menkin

Shalom Italia di Tamar Tal Anati, Israele, Germania, 70′

Tre fratelli ebrei israeliani, di origine italiana, partono per un viaggio attraverso la Toscana, in cerca della caverna in cui da piccoli si erano nascosti per scappare dai nazisti. La loro avventura, piena di umorismo, cibo e paesaggi toscani, si muove tra storia e leggenda.  La regista Tamar Tal che ha già conquistato l’attenzione del pubblico internazionale con Life in Stills, torna sul grande schermo con un commovente e profondo ritratto di memoria e di storia.

Three Italian Jewish brothers set off on a journey through Tuscany, in search of a cave where they had hidden as children to escape the Nazis. Their quest, full of humour, food and Tuscan landscapes, straddles the boundary of history and myth.  Director Tamar Tal, who won the attention of the international public with her Life in Stills, returns to the big screen with a moving and profound portrait of memory and history.

Anno: 2016
Nazione: Israele, Germania
Genere: Documentario
Durata: 70
Lingua: Ebraico – Inglese – Italiano
Regia: Tamar Tal Anati
Sceneggiatura: Tamar Tal Anati
Montaggio: Boaz Lion
Fotografia: Emanuelle Mayer
Musica: Kobi Vitman
Produzione: Tamat Tal Anati, Tina Leeb, Jurgen Kleinig, Hilla Medalia

Travelers di Erik Hir, Rachel Kim, Anna Kiraly, HannahSkolnick, Naphtali Rosenberg, Israele, 50′

HaMavdil
Sguardo sul Machane Yehuda, lo storico mercato di Gerusalemme, che alterna la sua quotidianità ordinaria con la vita notturna animata da giovani provenienti da tutto il mondo.

An overview of the Machane Yehuda, in Jerusalem, in its daily transformation from famous marketplace to busy nightlife spot for young people from all over the world.

Jerusalem, if I forget you
Provenienze, stili di vita e religioni diverse si traducono nei graffiti realizzati sui muri Gerusalemme Jerusalem, if I forget you, esplora le vite degli artisti di strada e dei loro segni lasciati sulla città antica. 

Different backgrounds, lifestyles, and religious views are expressed in the graffiti on the walls of Jerusalem. Jerusalem, if I forget you explores the parallel lives of these street artists and how they leave their mark on the ancient city. 

Outsider
Un breve documentario sulla storia di un giovane che ha lasciato la comunità ebraica ultra-ortodossa in cui è cresciuto. Il film esplora la nuova vita del protagonista nella società moderna e secolare.

A short documentary about a young man who leaves the Ultra-Orthodox Jewish community in which he was raised. The film explores his new life in modern, secular society.

How to ride an elevator on Shabbat
Le comunità religiose e le comunità LGBTQ + in Israele si incontrano raramente ma Nadav è gay e osservante. Passati i turbamenti dei vent’anni, il matrimonio e, poco dopo, il divorzio, Nadav è diventato il leader della LGBTQ + Open House di Gerusalemme. Il film esplora il tema del rapporto tra identità religiose e sessuali

Nadav is a religious gay man in Israel where the LGBTQ+ and religious communities rarely meet. After turmoil in his twenties, a short-lived marriage and a divorce, Nadav is now the leader of the LGBTQ+ Open House of Jerusalem. This film explores the relationship between religious and sexual identities.

Habesha
Habesha è il ritratto della comunità ebraica-etiope di Gerusalemme composto attraverso interviste e dialoghi. Il corto si snoda attraverso il racconto delle difficoltà che hanno dovuto affrontare per incominciare la loro nuova vita in Israele e dei successi raggiunti col tempo.

Habesha is a portrait of the Jewish Ethiopian community living in Jerusalem through interviews and conversations. The short film charts the beginning of the community’s new life in Israel and the trials they faced and the successes won over time. 

Anno: 2017
Nazione: Israele
Genere: Documentario
Durata: 50
Lingua: Inglese
Regia: Erik Hir, Rachel Kim, Anna Kiraly, HannahSkolnick, Naphtali Rosenberg
Montaggio: Tal Aharonov, Ashma Pokharel, Marie-Denise Maitrot, Arielle Elizabeth, Michelle Blue
Fotografia: Yarden Zahav, Cecilia Brunelli, Magdalena Mazur, Jonathan Meiri, Bailey Softness
Produzione: Yoni Collins, Rachel Kim, Galdor, Salvatore Natale, Oliver-Lafond Wise

#uploading_holocaust di Udi Nir e Sagi Bornstein, Israele, Germania e Austria, 75′

Dalla fine degli anni ’80, i liceali israeliani vanno in Polonia con la scuola per visitare i luoghi dove è avvenuta la Shoah. Recentemente molti di loro hanno incominciato a caricare i video del proprio viaggio su YouTube. Adolescenti, insegnanti e genitori filmano ogni testimonianza e la condividono online, creando un archivio YouTube sempre più ampio che oggi conta più di 20.000 clip. #uploading_holocaust è il primo documentario basato interamente su questi materiali: il documentario rivela così il punto di vista della nuova generazione sulla Shoah e un’immagine commovente e inquietante del modo in cui la memoria collettiva si forma nell’era del web.

Every year, since the end of the 1980s, Israeli high school students travel to Poland with their schools to visit the places of the Holocaust. Recently, many of them have begun to upload videos of their journey onto YouTube.  Teenagers, teachers and parents film their experiences and share their videos online, adding to an ever-expanding YouTube archive of more than 20,000 clips.  #uploading_holocaust is the first documentary based entirely on these materials, revealing both the younger generation’s perspective of the Holocaust and the moving and troubling way that collective memory is formed in the age of the web.

Anno: 2016
Nazione: Israele, Germania e Austria
Genere: Documentario
Durata: 75
Lingua: Ebraico
Regia: Udi Nir e Sagi Bornstein
Sceneggiatura: Udi Nir e Sagi Bornstein
Montaggio: Gal Goffer, Sagi Bornstein
Fotografia: Composto solamente da videoclip di Youtube
Musica: Uri Agnon
Produzione: Udi Nir, Sagi Bornstein, Christian Beetz

Libia, l’ultimo esodo di Ruggero Gabbai, Italia, 65′

Il documentario racconta la vita di quella che un tempo fu la fiorente comunità ebraica di Libia e della sua capitale Tripoli. Partendo dalla colonizzazione italiana e attraversando le varie dominazioni straniere, il film descrive la vita degli ebrei libici prima della loro dispersione; una vita vissuta assieme alla popolazione araba in una difficile coesistenza che nel dopoguerra spesso veniva interrotta da tumulti violenti carichi di odio verso gli ebrei.
Il film descrive dettagliatamente le settimane di angoscia e di violenza che gli ebrei subirono fino alla loro cacciata, così come avvenne per gli italiani cattolici tre anni dopo con l’avvento di Mu’ammar Gheddafi. Una storia molto italiana che appartiene alla nostra memoria storica rievocata dalle testimonianze dirette e dai materiali d’archivio inediti dell’Istituto Luce.

This documentary describes the life of the once thriving Jewish community in Libya and its capital, Tripoli. Starting withthe period of Italian colonisation, passing through a series of foreign dominations, it reconstructs the life of the Libyan Jews before their dispersion: a life of difficult coexistence with the Arab population, punctuated by outbursts of rage and hatred towards the Jewish community.  The film describes in detail the anguish and violence suffered by the community in the weeks preceding their expulsion, a situation that was experienced again three years later by the Italian Catholics, following the rise of Mu’ammar Gaddafi.  A deeply Italian story, this is part of a shared historical memory, evoked through the recollections of eyewitnesses and unpublished archive footage conserved by the Istituto Luce.

Anno: 2017
Nazione: Italia
Genere: Documentario
Durata: 65
Lingua: Italiano
Regia: Ruggero Gabbai
Sceneggiatura: Ruggero Gabbai, David Meghnagi
Montaggio: Cristian Dondi
Fotografia: Giuseppe Scarfone
Musica: Miriam Meghnagi
Produzione: Chiara Passoni, Francesca Olga Hasbani

The Pickle Recipe di Michael Manasseri, Usa, 97′

Joey Miller è un DJ, re indiscusso delle feste a Detroit. È anche un padre single e con molti debiti. Ad aggravare la situazione tutte le sue preziose apparecchiature per il suono e l’illuminazione vengono distrutte in un incidente. Come se non bastasse, mancano solo quattro settimane al Bat-Mitzvah della figlia Julie. Così, Joey si rivolge allo zio Morty che accetta di dargli i soldi di cui ha bisogno a condizione che lui rubi la cosa più preziosa della nonna Rose: la famosa ricetta dei cetriolini sottaceto. Una ricetta che lei ha promesso di portarsi nella tomba.

Joey Miller is a DJ, the undisputed king of the Detroit party scene. He’s also a single father and deeply in debt. To make matters worse, all his prized sound and lighting equipment has been destroyed in a freak accident and, as if that wasn’t enough, his daughter Julie’s Bat-Mitzvah is only four weeks away. So Joey turns to his shady Uncle Morty for help, who agrees to give him money on the condition that he steal his grandmother Rose’s most prized possession: her famous dill pickle recipe she has vowed to take to her grave.

Anno: 2016
Nazione: Usa
Genere: Lungometraggio
Durata: 97
Lingua: Inglese
Regia: Michael Manasseri
Sceneggiatura: Sheldon Cohn, Gary Wolfson, Michael Manasseri
Montaggio: Stewart Shevin
Fotografia: Geoff George
Musica: Michelino Bisceglia
Cast: Jon Dore, Eric Edelstein, David Paymer, Lynn Cohen
Produzione: Jason Potash, Paul Finkel, Eddie Rubin

Serie TV da Israele

Shitsel di Alon Zingman, Israele, 90′

episodi 1 – 2 Seconda stagione

Shtisel è una popolare serie per la TV israeliana che ha come protagonista il mondo ebraico ultraortodosso. Akiva, un giovane studente di una scuola religiosa e suo padre vedovo, Shulem, vivono da soli al centro del quartiere ultraortodosso di Gerusalemme, mentre tutti i fratelli hanno lasciato la casa paterna per essere indipendenti. Padre e figlio vivono una relazione molto stretta ma tutto cambia quando Akiva incontra Elisheva. 

Shtisel is a highly popular Israeli TV show portraying the ultra-Orthodox community in Jerusalem.  Akiva, a young Yeshiva student, lives with his widowed father, Shulem, in the heart of the ultra-Orthodox neighbourhood, while his siblings having left the family home to find independence.  Father and son have a very close relationship, but everything changes when Akiva meets Elisheva. 

Anno: 2015
Nazione: Israele
Genere: Serie TV
Durata: 90
Lingua: Ebraico
Regia: Alon Zingman
Sceneggiatura: Ori Elon, Yehonatan Indursky
Montaggio: Gilad Ariel, Etty Li-on Zingman, Ayala Bengad, Tamar Ben Baruch
Fotografia: Roy Roth
Cast: Dov Glickman, Michael Aloni, Ayelet Zurer, Neta Riskin, Shira Hass, Sarel Piterman
Produzione: Dikla Barkai, Jonathan Aroch

Yellow Peppers di Keren Margalit, Amnon Kotler, Israele, 70′

2° stagione, episodi 1 – 2 

Omri è un bambino di 5 anni che vive con la famiglia in un “Moshav”, ovvero una comunità agricola nel deserto dell’Aravà. Lui è considerato un genio musicale perché ricorda tutte le parole delle canzoni, quando gli viene diagnosticata una forma di autismo. Il “Medical Drama”, grande successo della TV israeliana e adattata dalla BBC (The A word), affronta il delicato tema dell’autismo, della comunicazione e del percorso che le famiglie devono attraversare per affrontare il quotidiano. 

Omri is a 5-year-old boy who lives with his family in a Moshav (a remote rural community) in the Arava desert. Considered a musical genius because he knows the words to every song, he is then diagnosed with autism spectrum disorder (ASD).  This medical drama, adapted from a BBC format and hugely successful in Israel, deals with the delicate issues of ASD, communication and the challenges that families have to handle on a daily basis.

Anno: 2014
Nazione: Israele
Genere: Serie TV
Durata: 70
Lingua: Ebraico
Regia: Keren Margalit, Amnon Kotler
Sceneggiatura: Keren Margalit
Montaggio: Arik Leibovitch
Fotografia: Itzik Portal
Musica: Ran Bagno
Cast: Alma Zak, Yossi Marshak, Ori Pfeffer, Michal Stemlur, Yehuda Barkan, Rozina Kampus, Michael Zapasotsky
Produzione: Kobi Holly

Your Honor di Ron Ninio, Israele, 96′

Episodi 1-3

La vita del brillante giudice Micah Alkoby si dirige verso un promettente futuro, con una promozione molto vicina. Tutto cambia però, dopo che suo figlio adolescente Shay, fugge dopo essere stato coinvolto in un incidente automobilistico di cui è l’autore … Oscuro, affascinante e moralmente complesso, Your Honor racconta la storia di un giudice un tempo onesto, costretto a metter da parte la propria morale per proteggere il figlio, dimostrando senza dubbio che anche gli uomini più onorevoli si piegano e si spezzano di fronte alla morte e alla disperazione.

Brilliant judge Micah Alkoby is headed for a promising future, with a promotion on the way. His life changes when his teenage son, Shay, is involved in a hit-and-run, in which he’s the guilty party… Dark, gripping and morally complex, Your Honor tells the story of a once-honest judge who is forced to put his morals aside to protect his son, proving without a doubt that even the most honorable men will bend and break when faced with death and despair.

Anno: 2017
Nazione: Israele
Genere: Serie TV
Durata: 96
Lingua: Ebraico
Regia: Ron Ninio
Sceneggiatura: Shlomo Mashiach
Montaggio: Shaiya Bernstein
Fotografia: Ofer Inov
Musica: Avi Benjamin
Cast: Yoram Hattab, Erez Oved, Alma Dishi, Hisham Suliman, Ilanit Ben Yaakov
Produzione: Noam Keidar

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